TV: meglio l’usato sicuro

Le reti generaliste, in tempi di spending review, non vogliono rischiare

A metà settembre torna il “periodo di garanzia” – in cui gli investitori pubblicitari analizzano i dati Auditel delle televisioni per pianificare i propri investimenti – e con esso si apre tradizionalmente la “nuova” stagione televisiva. Che quest’anno, a ben guardare, presenta pochi elementi di novità, almeno per il momento.

Fatto salvo il passaggio di Floris a La7 e l’esordio di Giannini alla guida di “Ballarò”, il palinsesto delle emittenti generaliste offre ritorni di personaggi già noti e si preferisce puntare sull’usato sicuro. L’eterno Bonolis (è ancora giovane, ma ha esordito in tv giovanissimo ormai tanti anni fa), di nuovo alla guida di “Avanti un altro” (Canale 5), insieme all’inseparabile Luca Laurenti. Evidentemente gli autori ritengono che funzioni e hanno un buon ritorno di audience, altrimenti non si spiegherebbe come mai venga premiata una conduzione spesso sguaiata e che fa del doppio senso uno dei suoi punti di forza, in una fascia che comunque intercetta largamente una fruizione famigliare.

Sempre sulla rete ammiraglia Mediaset, un altro ritorno è quello di “Pomeriggio Cinque” condotto da Barbara D’Urso, un contenitore di chiacchiera e gossip patinato costruito apposta per intrattenere un pubblico di poche pretese, molto curioso e anche un po’ ficcanaso. La Rai risponde con “La vita in diretta”, affidato a Marco Liorni e Cristina Parodi, chiamata a portare il suo contributo giornalistico a una trasmissione che prende spunto dall’attualità per proporre dirette e approfondimenti specifici.

Nel dopo-pranzo, è di nuovo scontro diretto fra “Lo sportello di Forum” (Rete 4) e “Torto o ragione? Il verdetto finale” (Rai1), trasmissioni affidate rispettivamente a Barbara Palombelli e Monica Leofreddi nei panni di giudici televisivi di casi giudiziari di natura civile.

Nella fascia serale, al netto delle novità di cui sopra a livello di talk-show di approfondimento, si registrano per ora i ritorni di programmi già noti, all’insegna del “già visto”. Del resto, si saranno chiesti autori, produttori e direttori di rete, perché in un periodo di crisi e di spending review a cui la tv non può certo sottrarsi, bisognerebbe investire per lanciare nuove produzioni dall’esito incerto quando ci sono dei capisaldi che basta rinfrescare un po’ o che si possono addirittura riproporre tali e quali?

A proposito, “Tale e quale show” – nelle mani di Carlo Conti – è uno dei ritorni nel campo dell’intrattenimento leggero, come pure lo è “Pechino Express” in quello dei reality di movimento o delle corse a tappe alla conquista di una meta e del conseguente premio.

Intanto scalda i motori la sempre più nutrita schiera dei talent, programmi in cui sono protagonisti non soltanto i dilettanti allo sbaraglio ma anche i giurati che devono decretarne le sorti nella corsa verso il successo “X Factor”, “Amici” e “Italia’s Got Talent” restano i punti di riferimento, ma i tentativi di imitazione si moltiplicano e – insieme agli immancabili programmi di cucina e ricette televisive – sono oggi fra i più presenti non soltanto sulle reti generaliste ma anche su quelle tematiche, la cui diffusione è incrementata grazie alla tecnologia digitale.