Trasporto dializzati, tutto risolto?

Ha fatto un certo scalpore, la scorsa settimana, la notizia di illeciti ai danni della Asl scoperti dalla Guardia di Finanza. Durante alcuni controlli fiscali, infatti, gli agenti delle Fiamme Gialle hanno notato alcune anomalie nello svolgimento del servizio di trasporto fornito da una società ai malati dializzati, dal loro domicilio all’Ospedale S. Camillo De Lellis.

Come spiegato in conferenza stampa dai militari del Comando di Rieti, le indagini hanno messo in luce che il servizio di accompagnamento dei pazienti, anziché essere eseguito con autoambulanza, così come da prescrizione medica rilasciata dal centro dialisi, era effettuato con normali autovetture, incluse quelle di proprietà degli stessi indagati.

Gli stessi, inoltre, avrebbero attestato alla Asl di aver effettuato un chilometraggio superiore al reale per il trasporto, ottenendo così rimborsi di molto superiori a quelli spettanti.

Le misure di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un medico e di un suo stretto collaboratore e il sequestro preventivo di somme e beni immobili riconducibili agli indagati per circa 100 mila euro sembrano aver concluso la vicenda.

Eppure qualche domanda in più occorrerebbe porla. Ad esempio: come mai alla Asl nessuno si era accorto di pagare molto più del dovuto ai presunti truffatori? E all’emodialisi, nessuno sapeva che i trasporti non erano condotti come si doveva?

Quanto all’abitudine di far viaggiare i malati con automobili ordinarie è finita? Oppure, anche dopo i fatti, operatori distinti da sgargianti pettorine continuano ad accompagnare pazienti in sedia a rotelle con auto private o inadeguate? E la società protagonista dello scandalo è stata esclusa dal servizio, o continua a entrare e uscire dal reparto di emodialisi come se nulla fosse accaduto?

Forse il notevole flusso di denaro generato dal necessario servizio di emodialisi meriterebbe un più attento controllo da parte dell’azienda sanitaria. Dati i tempi, in fondo, non è poi così difficile prevedere che squali e avvoltoi abbiano la tentazione di soddisfare i propri appetiti banchettando pure sulle sofferenze dei malati.

E per maggior cautela, ai pazienti di tanto in tanto si potrebbe ricordare che sono loro i titolari del rimborso, e non il loro accompagnatore. Infatti possono scegliere di farsi trasportare da qualcun altro come e quando vogliono, senza alcun timore. Ad esempio qualora li sfiorasse il dubbio di venir trattati più come un “parco buoi” da sfruttare che come persone.

Un minimo ricambio tra le diverse realtà, inoltre, renderebbe più difficile la costituzione di possibili monopoli di fatto. Sarebbe un vantaggio per tutti, da un lato perché cadrebbe ogni sospetto sul modo in cui si formano, dall’altro perché – come la scienza economica insegna – si accompagnano di solito ad un progressivo scadimento del servizio.

Si dirà che di fronte agli enormi problemi della sanità queste sono questioni minoritarie. Può anche darsi, ma non meriterebbero anch’esse di arrivare almeno sul tavolo del nuovo direttore generale della Asl, in vista di un qualche riordino?