Transito di San Francesco. Il vescovo: «nel creato ci è dato di incontrare il Creatore»

È stato celebrato ieri sera, nel santuario di Fontecolombo, il Transito di san Francesco. Una liturgia presieduta dal vescovo e animata dal coro “Valle Santa” durante la quale don Domenico ha provato a rintracciare nel rapporto nella visione della natura maturata dal santo anche la sua lettura della morte.

«Nessuno – ha sottolineato mons. Pompili – prima di Francesco aveva mai parlato della morte come “sorella”». E questo apre la domanda su come il frate sia giunto a questa intuizione, soprendente come il fatto che, nel dare forma letteraria alla sua visione del cosmo nel Cantico di frate Sole, «non citi esplicitamente Gesù Cristo, ma si faccia riferimento al sole, alle stelle e ai quattro principi dell’esistenza: aria, acqua, terra, fuoco». In un «crescendo di armonia che arriva fino a “sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare”».

«Non si tratta più di alzarsi verso il cielo – ha spiegato il vescovo – ma è il cielo che scende in terra e nel creato è dato di incontrare il Creatore. Anche la morte, allora, acquista un senso perché è parte di un flusso che ci conduce verso un al di là luminoso, a condizione che noi sappiamo acquisire la vera saggezza che consiste nel gioire della vita, senza cercare di possederla. È questo il transito che ci attende e che vogliamo imparare da Francesco».