Terremoto: mons. Marconi (Macerata), “Gesù è tra chi scava fra le macerie e tra chi accoglie gli sfollati”

“Dio è nei luoghi più devastati dal terremoto” e Gesù “è in mezzo a chi scava senza riposo tra le macerie, è tra chi accoglie gli sfollati nelle tende”. Lo ha detto monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, nell’omelia della Messa presieduta questa sera in onore del patrono san Giuliano Ospitaliere.

A causa della chiusura della cattedrale per i danni provocati dal sisma, la celebrazione si è svolta allo Sferisterio. “Sappiamo bene – ha osservato il presule – che le responsabilità di uomini, che non fanno il proprio dovere per il bene comune, possono aggravare le conseguenze di un evento naturale com’è un sisma. E purtroppo questa storia di inadempienze e colpevoli mancanze la conosciamo e la scopriamo sempre di più”. Tuttavia “l’impegno eroico di uomini retti, che sostenuti dal civismo e molto spesso dalla fede, salvano, soccorrono e ospitano le vittime del terremoto, sono le mani di Dio che salva e che protegge”. Dio, ha proseguito il vescovo, “è nei luoghi più devastati dal terremoto e anche tra le nostre case e chiese lesionate”, e Gesù “è in mezzo a chi scava senza riposo tra le macerie, è tra chi accoglie gli sfollati nelle tende e prepara un pasto caldo, ma è anche tra chi studia i rischi e impegna la sua mente e le sue competenze tecniche per ridurre il pericolo e trovare soluzioni più sicure per il futuro”. Nel richiamare la “passione” con cui “le forze migliori del paese” si sono mobilitate a causa del sisma, monsignor Marconi osserva: “Se tutti mettessero lo stesso impegno per rendere antisismiche davanti alle prove della vita le unioni familiari; se alle prime scosse tutti si mobilitassero con la stessa generosità che vediamo oggi; se i politici prendessero provvedimenti altrettanto celeri e saggi per dare sostegno alle famiglie che rischiano di crollare dentro, la nostra intera società ne guadagnerebbe molto”. “Quante vittime – ha concluso – e quanto dolore potremmo evitare se scattasse una ‘protezione civile’ altrettanto efficiente in difesa di chi si ama e vuol continuare ad amarsi, con l’aiuto generoso di tanti per superare le crisi ed i sismi della vita”.