Le piacevoli allitterazioni di «Terminal Text»

È in libreria Terminal Text di Francesco Muzzioli, «primo romanzo humor allitterante italiano», pubblicato della casa editrice Funambolo di Rieti. Tra fantascienza e sperimentazione letteraria c’è una regola che domina tutto il testo: «legare ogni parola ad un’altra mediante allitterazione di almeno tre lettere», come viene detto fin dall’inizio. All’inizio un po’ ostico, una volta presa la mano si entra in un mondo e in un linguaggio incredibili.

Il futuro prospettato da Terminal Text porta alle estreme conseguenze alcune caratteristiche del mondo attuale, “empi tempi” di globalizzazione galattica e di “Rifiuti Umani”. Un tempo in cui un “ingrato ingranaggio” si nutre di intelligenza autentica, un tempo in cui il presidente è un androide che ha bisogno di un ingegnere che gli aggiusti il sorriso, un tempo di pirati che trafficano alieni di ogni specie.

C’è di tutto in questo libro: tv, politica, sesso, tecnologia, sport e molto altro. È un mosaico fantascientifico e surreale di un mondo tremendo che assomiglia molto al nostro. Tutto visto con la luce rivelatrice dell’ironia. Inoltre si tratta di un testo particolarmente denso, in ogni capitolo c’è materiale per un libro intero.

Il protagonista sembra uscire da un racconto di Italo Svevo. Comunque non è facile da delineare: pensa molto e non interagisce o quasi con gli altri personaggi, si lascia sballottolare dagli assurdi eventi che gli capitano. Si definisce un “cavaliere d’errore”, una “buona buccia”, “smistato nel cosmo” con la sua “mitica timidezza”. Un personaggio perfetto per permettere al lettore di godersi, da spettatore, il tragicomico universo.

Principe del libro è l’italiano. Ci sono termini tecnici e parolacce, linguaggio quotidiano e forbito. Poco spazio è lasciato alle altre lingue. Tutta un’infinità di termini è amalgamata dalla regola che conferisce sempre ritmo e musicalità alla lettura. La nostra lingua è piegata dalle allitterazioni in una struttura coerente al servizio della storia.

Ma quella stessa regola contribuisce all’effetto comico distribuito un po’ dappertutto. La parola dal suono giusto crea anche la giusta ironia. E poi divertenti elenchi punteggiano tutto il testo, i nomi dei personaggi sono esilaranti. Ha un livello più alto l’assurdità delle situazioni fa ridere, amaramente, per le analogie sempre presenti con la realtà.

“Quando noi parliamo, il codice è lui che parla attraverso di noi”. In questa riflessione c’è una chiave di lettura per il testo. Una forte deformazione del linguaggio non rende impossibile comunicare ma anzi mostra aspetti inaspettati della vita. Cambiando un po’ il codice con la regola di allitterazione si è schiuso un mondo nuovo, un mondo strano ma verosimile. E veramente divertente.