Giornata della Parola

La tenerezza del Vangelo raccontata da un’«eremita di città» e da un giovane appassionato di calcio

Per la Giornata della Parola, in Cattedrale, le testimonianze di due esistenze che nell’incontro con la Parola di Dio hanno trovato una svolta, sperimentando la tenerezza di Dio e aprendosi alla piena fiducia in lui

La sapiente meditazione di fra Guidi sul brano lucano dei discepoli di Emmaus, squisita esegesi capace di far emergere preziosità nascoste tra le pieghe del racconto dei due discepoli delusi e ri-catturati dalla tenerezza del Cristo, ha aperto la seconda parte del pomeriggio dedicato alla Giornata della Parola.

Dopo la sua lectio, in Cattedrale si prosegue con le testimonianze di due esistenze che nell’incontro con la Parola di Dio hanno trovato una svolta, sperimentando la tenerezza di Dio e aprendosi alla piena fiducia in lui.

Quella fiducia ritrovata da Antonella Lumini, laica fiorentina che vive l’esperienza di eremita di città, la quale ha condiviso la sua esperienza di una Parola che parla nel silenzio. Dopo una crisi di fede e un cercare il senso della vita immergendosi nella natura, la verità Antonella l’ha trovata in quella Scrittura che, ha voluto dire, va contemplata, «perché il cristianesimo non è una dottrina, e allora queste verità di fede ci travalicano, sono qualcosa di più grande della nostra comprensione, il nostro credere è un affidamento. La contemplazione è un partecipare di questo, non è la conoscenza come quella della scienza, che è conoscere un oggetto dall’esterno, ma un’immersione, uno svuotamento di noi, lasciando che ciò che contempliamo agisca dentro di noi».

Toccante anche la testimonianza – proposta in Cattedrale e poi ripetuta la sera ai coetanei radunati per il momento attorno al fuoco svolto dai giovani col vescovo in piazza Cavour – di Dario Reda, giovane padovano che la sua esperienza di fede l’ha ritrovata in modo abbastanza insolito: colpito da un gesto del suo idolo calcistico che l’ha portato a scoprire la bellezza della Scrittura.

Il racconto di questa particolare storia di incontro con la fede la si può trovare nel video che Dario ha pubblicato su Youtube. Giovane come tanti, mai battezzato e cresciuto senza alcuna formazione di fede (nonostante la nonna fervente cattolica), gran tifoso neroazzurro e ammiratore del calciatore Adriano nei tempi in cui brillava come attaccante dell’Inter, rimase colpito quando il suo campione preferito, dopo aver segnato un gol decisivo,  si alzò la maglietta e mostrò la scritta “Fil 4,13”. Incuriosito, Dario chiese informazioni e scoprì che si trattava della frase di san Paolo “Tutto posso in colui che mi dà forza”. Di qui l’inizio di un cammino che lo ha portato alla scoperta fede, a ricevere il battesimo e a impostare la sua esistenza sugli insegnamenti della Bibbia.

Anche l’esistenza di Dario, così, è divenuta un canto alla tenerezza di Dio, sperimentata dal ragazzo attraverso il progressivo accostarsi, lui che vi era completamente estraneo, all’esperienza di fede e gustando la dolcezza di una Parola che davvero cambia la vita.