Tempo di bilanci per il Reate Festival

Un bilancio della quarta edizione del festival: spazio ai giovani artisti e al giovane pubblico, grande successo del teatro musicale, notevolissimo interesse per il repertorio sinfonico, corale cameristico in cui si declinava il Belcanto in questa edizione 2012

Con il tutto esaurito di Adina al Teatro Flavio Vespasiano si è chiusa la quarta edizione del Reate Festival. Un’edizione che ha presentato varie novità. Il periodo, fine settembre anziché agosto delle precedenti edizioni, intendeva creare un legame più stretto con la città, aspettando il rientro dei cittadini dalle ferie. La direzione artistica passata da Bruno Cagli, Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, direttamente ai suoi più stretti collaboratori, Lucia Bonifaci, sovrintendente e Cesare Scarton, direttore artistico, accentuava questa volontà di entrare nel tessuto cittadino proponendo un festival in cui l’altissima qualità fosse fruibile dal maggior numero di persone. A partire dalle scuole, coinvolte in un progetto ‘dietro le quinte’: agli studenti è stata data la possibilità di seguire le prove e di intervistare i protagonisti del festival, per arrivare ad assistere allo spettacolo e al concerto con consapevolezza e avendo partecipato alla vita degli artisti nei momenti di preparazione. Circa sessanta gli studenti coinvolti, di diverse scuole superiori di Rieti, fino all’ultimo giorno del festival in cui prima di assistere allo spettacolo di Adina di Rossini i giovani hanno potuto essere guidati sulla storia del libretto e della composizione dell’opera da un relatore, il professor Gianluca Nicolini, autore di un importante lavoro di ricerca sull’opera edito dalla Fondazione Rossini di Pesaro.

La presenza del pubblico giovane è stato, in effetti, l’elemento caratteristico della presente edizione. Altra novità la collocazione dei concerti cameristici presso l’Auditorium Varrone, nato dal restauro del complesso di Santa Scolastica. Una sede più raccolta per i concerti con ensemble dalla formazione numericamente ridotta, e quindi la possibilità di modulare in base all’ambiente più idoneo per l’esecuzione di concerti cameristici strumentali e vocali.

Quanto al pubblico, sempre elevato il numero dei presenti anche nei concerti cameristici, specie in appuntamenti come il recital pianistico di Giovanni Bellucci e gli European Wind Soloist che incontravano il gusto del pubblico più esteso. Straordinari i due ensemble di musica barocca, l’Accademia degli Astrusi con Sara Mingardo e Europa Galante con Fabio Biondi e Marina De Liso. Interpreti che calcano regolarmente i palcoscenici più importanti del mondo e che hanno manifestato il piacere di poter suonare in Italia, per di più in una cittadina in cui si sono recati ora per la prima volta e di cui hanno apprezzato il patrimonio artistico oltre che gli splendidi luoghi per fare musica.

Quanto agli appuntamenti che vedevano protagonisti i grandi insiemi, coro e orchestra, un particolare successo di pubblico è stato registrato nella serata dedicata ai Carmina Burana, composizione amatissima dal pubblico di cui il Coro del Teatro Regio di Parma, i cantanti solisti e gli strumentisti delle scuole di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia hanno regalato una splendida esecuzione.

L’inaugurazione e la chiusura del festival con due spettacoli operistici in forma scenica era l’altra importante novità di questa edizione. Allestimenti teatrali veri e propri in cui protagonisti sono stati i giovani, dal cast vocale all’orchestra. Il primo, Gianni Schicchi, giunto a Rieti dopo la gestazione e le prime repliche a Roma, al Parco della Musica. Il secondo, nato sulle tavole del palcoscenico del Teatro Flavio Vespasiano proprio durante il Festival, e creato da un gruppo di lavoro già affiatato che ha potuto consolidare durante il soggiorno reatino comuni intenti e condivisione musicale. Una produzione propria del Reate che merita di essere conosciuta ed esportata in altri teatri italiani, anche per connotare la capacità di produzione di un festival giovane ma di primissimo piano.

Ancora una volta è stata apprezzata dai cittadini la ferma volontà da parte della Fondazione di offrire al più vasto pubblico la possibilità di assistere ai concerti, grazie alla decision di stabilire un prezzo unico quasi simbolico che ha agevolato l’accesso agli eventi, con l’intento di portare questo grande patrimonio al numero maggiore possibile di persone, presenti e futuri frequentatori di teatri e sale da concerto.

La direzione del Festival ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione, dagli sponsor ai collaboratori tecnici; ringrazia inoltre i fotografi che hanno seguito tutte le fasi del festival offrendone ampia documentazione, dal backstage agli appuntamenti ufficiali; ringrazia tutti i media e la stampa locale per la puntuale attenzione e gli spazi riservati al festival. Ringrazia infine gli insegnanti e gli studenti che hanno partecipato al progetto ‘dietro le quinte’ volto alla formazione del pubblico di domani.