RiData

Superare l’autocommiserazione per fare di Rieti uno snodo e non un tappo

Si è svolto all'Auditorium Santa Scolastica, con la partecipazione del Commissario Giovanni Legnini e del vescovo Domenico, un incontro pubblico dell'Osservatorio Socio-Politico diocesano RiData

La politica come forma di carità. L’indagine sociale ed economica come strumento per il bene comune. La condivisione delle informazioni terreno di scambio umano e culturale. Sono i principi che guidano il gruppo di lavoro di RiData, osservatorio socio-politico della diocesi di Rieti che il 31 marzo ha presentato, durante un incontro pubblico, un’articolata analisi sulle condizioni del territorio reatino, interamente ricavata da dati pubblici e report di istituti di ricerca nazionali.

Svolto all’Auditorium Santa Scolastica e condotto da Silvia Di Donna, l’incontro si è svolto davanti a un folto pubblico, che ha visto presenti, oltre a tanti cittadini, rappresentati delle istituzioni, del sindacato, dell’impresa e del terzo settore.

Due i report offerti dall’Osservatorio in risposta alla domanda che ha dato il tema al convegno: «Rieti quanto conta?». Il primo è stato affidato all’esperto in previsioni economiche Roberto Morea, che ha indagato diversi aspetti dello sviluppo locale quanto a digitalizzazione, sostenibilità sociale e ambientale, infrastrutture e capacità d’impresa. Dai dati è emersa l’immagine di un territorio poco competitivo, agli ultimi posti delle classifiche nazionali anche per quanto riguarda la capacità di gestione dei rifiuti e le scelte di riconversione energetica. Le performance migliori si registrano nel contenimento delle fragilità e nella capacità di garantire adeguati livelli di sicurezza, le peggiori nella capacità amministrativa del Comune, che evidenzia alti livelli di spesa a fronte di un basso livello di servizi erogati.

Un tema, quest’ultimo, collegato alla seconda presentazione, che ha visto Pierpaolo Berrettoni illustrare un report elaborato insieme a Daniela Mastroiaco e ricavato dai dati di OpenCoesione. L’indagine è stata centrata sull’utilizzo dei fondi pubblici da parte di aziende ed amministrazioni nella Provincia di Rieti, cercando indizia sulla capacità di riuscire a rispondere alle sfide poste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono stati presi in considerazione i 1267 progetti del ciclo 2014-2020. In gran parte completati, riguardano per l’86% l’impiego di risorse in occupazione e mobilità dei lavoratori. Un dato che evidenza la crisi industriale di questi anni e la fatica del sistema produttivo locale nella ricollocazione e formazione della forza lavoro. Il resto delle iniziative riguardano l’inclusione sociale, l’agenda digitale, e la competitività delle imprese, ma con scarsi interventi quanto a ricerca e innovazione.

Altro fattore evidenziato è nella ridotta dimensione della maggioranza dei progetti. Il 96% riguarda iniziative di importo inferiore a 100.000 euro; l’86% è stato finanziato con meno di 10.000. Sulla capacità di questi investimenti di promuovere sviluppo economico e sociale saranno indirizzate nuove analisi dell’Osservatorio.

Al tavolo dei relatori, per l’occasione, l’Osservatorio ha invitato il Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016, Giovanni Legnini, chiamato a parlare delle possibilità che il Piano nazionale di ripresa e resilienza e le risorse complementari dedicate alle aree del sisma dispongono in risposta alle criticità emerse. Molte risorse riguardano infatti investimenti da compiere in tema di infrastrutture, transizione ecologica, digitalizzazione, inclusione sociale e sostegno all’impresa. Per quanto riguarda il capoluogo sono stati citati il centro di ricerca ed alta formazione, il tema della conservazione e del restauro dei beni culturali, il recupero del vecchio ospedale nel cuore del centro storico, la mobilità su rotaia e su gomma. In generale, essendo buona parte delle risorse a disposizione delle amministrazioni locali, è stata sottolineata la necessità di rafforzare la loro capacità di attuare i progetti.

Dopo un breve dibattito che ha coinvolto anche i candidati sindaco di Rieti, il vescovo Domenico ha concluso i lavori sottolineando la necessità di superare una certa rassegnazione che permea il territorio, per fare del centro Italia «uno snodo e non un tappo». Mons Pompili ha esortato a insistere nel processo di ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali, mettendo sotto la lente opere come il completamento della Rieti Torano, l’esigenza di realizzare la “ferrovia dei due mari”, l’opportunità legata all’edificazione di due nuovi ospedali. Parti di uno sviluppo possibile e sostenibile se accompagnate da una visione coerente e ostinata nel voler portare a casa il risultato.