Riferendo del dibattito svoltosi durante la presentazione dei candidati di Rieti Virtuosa, il Messaggero riferiva come io avessi riportato che Simone Petrangeli abbia “disertato per anni commissioni e consiglio”.
Mi sento in dovere di precisare che il mio riferimento è stato limitato al solo 2011 ed il mio appunto solo rivolto ai lavori di commissione. Infatti, Petrangeli non è particolarmente assente nei Consigli Comunali, essendo stato registrato presente a 20 su 26 di essi; diverso è però il discorso per quanto riguarda le commissioni.
Preciso che i dati sono desunti dai documenti comunali di liquidazione dei gettoni di presenza, ed erano già stati oggetto di analisi sia su Facebook sia da parte del Messaggero stesso; in entrambi i casi però si era puntata l’attenzione più sulla quantità di rimborsi che sul suo aspetto speculare, e cioè la presenza ai lavori. Questi due aspetti (il patrimoniale e quello delle attività) sono entrambi presenti nelle discussioni sulla “trasparenza” ma benché forse il primo attiri più l’attenzione dell’opinione pubblica, credo che il secondo (cioè per cosa paghiamo e scegliamo i nostri rappresentanti) sia quello più interessante.
Va doverosamente segnalato che il compito di Petrangeli, come unico rappresentante di Rifondazione Comunista e poi di SEL era particolarmente gravoso, avendo il diritto/dovere (così lo definisce lo Statuto di Rieti) di partecipare a tutte e quattro le commissioni, che sono (semplificandone i nomi): Urbanistica, Bilancio, Sport&Cultura, Regolamenti. Gravoso perché accanto al diritto c’è il dovere, e dovere stringente in quanto lo Statuto in vigore prevede addirittura la decadenza (da Consigliere!) in caso di assenza ingiustificata per 3 sedute consecutive.
Non dovrebbe peraltro stupire tanta rigidità perché in effetti, come anche in Parlamento, la Commissione è un organo importante nella vita amministrativa: è infatti lì che, prima che i provvedimenti vengano portati sullo scenario del Consiglio, può avvenire il vero confronto tra maggioranza ed opposizione, possono venire auditi degli esperti o delle associazioni, e soprattutto i consiglieri di minoranza possono per tempo prendere coscienza di cosa si stia preparando.
Quello che invece meraviglia è che Simone Petrangeli abbia, per lo meno nel 2011, sistematicamente disertato i lavori di commissione: di 208 sedute (quasi la metà della commissione regolamenti, la meno frequentata da Petrangeli) risulta che egli abbia preso parte solo al 5% (11). Tanto più che la media di partecipazione degli altri consiglieri supera il 60%. Né le due commissioni più “calde” (Urbanistica e Bilancio) hanno avuto particolare cura, registrando rispettivamente solo il 4% e 6% delle presenze.