Suggestionati da Abramo

Si era già lasciato “suggestionare” dal dialogo tra Gesù e la samaritana (dedicandovi la lettera pastorale Al pozzo di Giacobbe, all’indomani della sua prima visita pastorale) come pure dalla “parabola” del profeta Giona (rileggendovi l’esperienza pasquale nel documento Dal ventre del pesce). E stavolta monsignor Lucarelli le suggestioni invita a coglierle dall’episodio narrato nel diciottesimo capitolo della Genesi. In sintonia, innanzitutto, con l’Anno della fede in cui questa nuova lettera pastorale viene affidata alla Chiesa reatina: chi, meglio del “padre dei credenti”, come emblema di una Chiesa che vuol camminare in modo fedele? Ma anche con l’anno (e il Congresso) eucaristico appena vissuto a livello diocesano. E con l’impegno di rinnovamento, e di stimolo a un’attività che si auspica meno stantia, che il pastore intende presentare come lascito alla diocesi dopo aver raccolto le idee del suo secondo “giro di perlustrazione” che ha compiuto l’anno scorso nelle varie parrocchie e vicarie, oltre un decennio dopo la sua prima sacra visitatio al territorio diocesano.

Il brano che, scrive il vescovo, può offrire «numerosi spunti di riflessione» è quello che racconta l’esperienza particolare vissuta dal patriarca assieme a sua moglie alle Querce di Mamre, «a circa quattro chilometri da Ebron», precisa nella premessa del documento monsignor Delio. «Abramo e Sara sono avanti negli anni e non hanno ancora il figlio della promessa, ma ricevono la visita di tre uomini». Frutto della visita, ricorda il presule, è ancora una promessa rivolta all’uomo che a partire da una divina promessa aveva deciso di partire e lasciare tutto verso la terra che gli veniva indicata dall’alto: i tre inviati del cielo, infatti, assicurano ai due ormai anziani coniugi, dimostratisi assai ospitali, «una discendenza a nome di Dio». E questo, anche se Abramo in realtà «è già padre di Ismaele, avuto da Agar, la serva che Sara gli ha offerto per rendere umanamente possibile la promessa; ma Dio ha in serbo un piano diverso che sconvolgerà le sicurezze e anche le paure della coppia di anziani».

Ebbene, questo brano (che, confessa Lucarelli, gli si è ripresentato davanti «quasi per caso, ma noi sappiamo che non sempre è solo il caso a guidare le nostre scelte») offre «alcuni spunti importanti relativi alla fede, al pane, all’attività nella fedeltà all’Alleanza, alla famiglia»; richiami preziosi, dunque, per l’Anno della fede, per il cammino della comunità reatina appena uscita dall’anno eucaristico, per le sottolineature che ben si riferiscono al rinnovamento pastorale raccomandato da monsignore (un agire in modo “fedele” al patto con Dio, chiedendosi sempre che cosa egli chieda alla Chiesa locale, e poi il particolare riferimento alla tematica familiare che, assieme a quella giovanile, deve costituire una priorità nell’impegno pastorale, essendo queste, come tutti si rendono conto, le due urgenze maggiormente “scottanti” nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale). L’opuscolo riporta interamente il brano scritturistico (con tutti i primi 16 versetti del capitolo 18 del primo dei libri biblici): Lucarelli invita innanzitutto «a rileggere questo episodio, per poi lasciare spazio al commento e alle suggestioni per la nostra attività pastorale».

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