La stagione delle cadute inspiegabili

Boom. Il primo settembre è iniziata ufficialmente la stagione di caccia con una giornata di pre-apertura, prima di quella definitiva del prossimo 21. Orari, limitazioni sulle specie e modalità di tesseramento si rincorrevano già da qualche giorno sui mezzi d’informazione. E ancora una volta gli adepti della dea Diana mettono la sveglia due o tre ore prima del solito.

Per chi non ha questa passione, tutto si risolve i qualche bossolo in mezzo alla campagna e improvvisi colpi nell’aria. Qualcuno inorridisce, considerandola soltanto una feroce barbarie contro animali indifesi. Alcuni ne fanno invece una ragione di vita, uno dei pochi momenti di divertimento e di pace durante l’anno.

Alla diffusione della pratica venatoria contribuiscono certamente l’aspetto rituale della preparazione, la sfida con se stessi nel misurare le proprie capacità e tante piccole attività collegate, come la cura dei cani e la compagnia di altre persone con lo stesso pallino per fucile e cappelli mimetici. Sono considerazioni ovvie, ma necessarie per comprendere abitudini che a molti possono apparire prive di senso.

Forse dello stesso avviso era il poeta Giovanni Pascoli quando, in un suo componimento, malediceva apertamente lo “scoppio donde ora resta una nuvola”, per aver interrotto “il gracile bisbiglio” di un uccellino. Chissà se l’inconsapevole cacciatore si è scusato dell’increscioso evento.

Quindi, per tutti i pennuti che ancora non lo sapessero, anche quest’anno si ripete la stagione delle cadute inspiegabili.