Dall’Italia e dal mondo. Siria, armi chimiche sulla popolazione? Mediterraneo, oltre 600 morti in tre mesi

Siria: attacco a Khan Sheikhun, usate armi chimiche? Accuse da Washington, Ue cerca soluzione politica

Hanno fatto il giro del mondo le immagine dei bambini ricoverati dopo l’attacco di ieri a Khan Sheikhun, nella Siria nord-occidentale, controllata dall’organizzazione Fatah al Sham. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani vi sarebbero 60 morti, tra i quali 11 bambini, e un numero imprecisato di feriti (non meno di 150): si teme siano state usate armi chimiche. La pesante accusa cade sul regime di Assad e sull’alleato russo, che però smentiscono “categoricamente”. A rendere ancora più cupa la situazione, un secondo attacco contro un ospedale che stava portando cure mediche alle popolazioni colpite dal raid. Da Stati Uniti e Unione europea si chiede chiarezza, anche se Washington parla esplicitamente di “crimine di guerra”. Il Presidente Trump ha affermato: “L’attacco chimico contro degli innocenti in Siria, compresi donne e bambini, è riprovevole e non può essere ignorato dal mondo civilizzato”. Il commissario europeo per gli aiuti umanitari, Christos Stytlianides, alla conferenza internazionale sulla Siria in corso a Bruxelles (4-5 aprile), dove si cerca una posizione politica di mediazione tra le forze in campo e si accenna a una possibile futura ricostruzione, ha dichiarato: “Dopo 7 anni di guerra la situazione è tragica. I siriani ogni giorno vivono nella paura, nella disperazione e nell’agonia; gli sforzi di pace finora hanno fallito”. Stytlianides, dopo aver denunciato che in troppi casi viene ostacolata l’azione delle organizzazioni umanitarie sul territorio siriano, ha aggiunto, rivolgendosi ai siriani: “Non vi abbandoneremo”.

Mediterraneo: oltre 600 morti in tre mesi. Aumentano gli arrivi in Italia

Sono “almeno 663 i migranti e rifugiati morti dall’inizio del 2017 nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l’Europa”: il dato proviene dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), diffuso ieri a Ginevra. La stessa fonte rileva che gli arrivi sulle sponde europee del Mediterraneo, provenienti da Africa e Medie Oriente sarebbero 29.369, l’80% dei quali in Italia (oltre 24mila migranti), il rimanente in Grecia e Spagna. Gli arrivi sarebbero in aumento rispetto al 2016: almeno il 25% in più, secondo Oim. Lo scorso anno gli sbarchi in Italia furono 181mila, per quest’anno se ne prevedono, secondo i flussi attuali, circa 200mila.

Venezuela: lacrimogeni e cariche contro i manifestanti che difendono il parlamento

Le forze armate filo-governative del Venezuela hanno aperto il fuoco, ieri, contro la folla che manifestava per “il ripristino delle regole democratiche”. Un corteo delle forze di opposizione, che protestano contro l’esautoramento delle prerogative del parlamento, era stato vietato. Giunta nelle vie centrali della capitale, la manifestazione è stata presa di mira con lacrimogeni, idranti e successive cariche. Numerosi i feriti.

Ungheria: parlamento contro la Central European University. “Chiudere l’università di Soros”

Neppure le proteste e gli appelli internazionali, soprattutto da Unione europea e Stati Uniti, hanno fermato il parlamento ungherese e il leader nazionalista Viktor Orban: l’assemblea nazionale di Budapest ha infatti votato la legge che punta a chiudere la Central European University (Ceu), istituita dal miliardario filantropo americano George Soros nella capitale del Paese. Secondo la normativa, la Ceu non potrà più iscrivere nuove matricole dal 2018 e dovrà comunque chiudere i battenti entro il 2021. L’accusa di Orban e della sua maggioranza parlamentare sostiene che con la Ceu, Soros intende influenzare la politica in Ungheria “attraverso organizzazioni pseudo-civiche che in realtà agiscono come agenti stranieri”, ostacolando la democrazia ungherese. La Commissione Ue da Bruxelles “segue con preoccupazione” gli sviluppi nel Paese, e da Strasburgo, dove è in corso la plenaria dell’Europarlamento, si levano diverse voci secondo cui l’Ungheria sta “calpestando la libertà di espressione e la stessa democrazia”.

Francia: dibattito televisivo tra 11 candidati alle presidenziali. Al centro dell’attenzione nazionalismo ed Europa

Nuovo dibattito televisivo, ieri sera in Francia, che questa volta ha visto partecipare gli 11 candidati alle presidenziali, che si terranno a fine aprile. Protagonisti indiscussi Le Pen, Macron e diversi leader di formazioni nazionaliste, che hanno dato vita a un dialogo a tratti confuso e feroce. Emmanuel Macron, candidato in ascesa, ha accusato in particolare Marine Le Pen affermando: “Nazionalismo vuol dire guerra. Lei sta riproponendo le stesse bugie che abbiamo sentito per quarant’anni da suo padre”. Al centro delle discussioni l’Europa e il futuro “sovranista” della Francia, ma anche temi legati all’economia, alla sicurezza e alla politica estera.

Economia: Presidente Mattarella inaugura il Salone del mobile di Milano

“La formula vincente del made in Italy e del made by Italy, che sa mettere insieme l’esportazione di nostri prodotti e l’affermazione nel mondo di tecnologie, materie prime, approccio ai mercati, stile di vita italiani incalza il sistema delle imprese in tutti i settori e interpella il sistema pubblico perché sappia essere di efficace sostegno”. Lo ha affermato ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto a Milano all’inaugurazione del salone del Mobile. “La consapevolezza del nostro valore e delle energie che sappiamo mettere a sistema, espressa con misura e pacatezza, in un contesto internazionale in cui affiorano elementi di instabilità, può far sì – secondo Mattarella – che ripresa economica e ripresa civile possano saldamente coincidere”.