«Siate sempre lieti nel Signore!»

Il tema dell’ultima GMG di Papa Benedetto XVI.

La XXVII GMG è stata celebrata nel 2012 e già nelle prime righe del consueto messaggio per quell’anno, il Pontefice ricorda ai giovani l’appuntamento per il 2013, la grande GMG internazionale di Rio de Janeiro, la prima che verrà presieduta da Papa Francesco. Si tratta quindi di cogliere un’esortazione a tornare a vivificare la dimensione mondiale della fede, perché da una parte Papa Benedetto XVI ricorda Madrid, dall’altra anticipa Rio de Janeiro.

La GMG del 2012 sembra proprio assumere il ruolo di transizione tra i due appuntamenti perché il tema scelto riguarda la “letizia” nel Signore, quasi una sorta di richiamo alla custodia di un vissuto, quello di Madrid, da far emergere, rinnovarsi e riproporsi nell’evento del 2013. Il passo di riferimento, tratto dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, «Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4), chiama in causa l’esperienza centrale della fede cristiana: la gioia.

La sottolineatura del Papa è subito evidente: “Il nostro cuore è fatto per la gioia”. Diversi sono i passi in cui il Pontefice approfondisce questa verità essenziale dell’animo del credente: “La Chiesa ha la vocazione di portare al mondo la gioia, una gioia autentica e duratura (…) durante ogni Giornata Mondiale della Gioventù facciamo esperienza di una gioia intensa, la gioia della comunione, la gioia di essere cristiani, la gioia della fede (…) è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana”.

La gioia quindi al centro del messaggio, al centro della ricerca delle risposte alle domande esistenziali che ciascun uomo si pone, perché “L’aspirazione alla gioia è impressa nell’intimo dell’essere umano”. Il Papa intende far notare ai giovani che nella vita ci sono infinte occasioni in cui cogliere e vivere la gioia, ne elenca tante e ne approfondisce alcune, contestualizzandole in ambienti specifici, dalla famiglia all’amicizia, dalla scoperta delle capacità personali alla sensazione dell’essere utile agli altri, ma non dimentica di rimarcare una verità essenziale: “In realtà le gioie autentiche, quelle piccole del quotidiano o quelle grandi della vita, trovano tutte origine in Dio (…) dall’incontro con Gesù nasce sempre una grande gioia interiore”.

La gioia è quindi il segno più evidente e semplice della presenza di Dio in noi e in mezzo a noi, è quindi frutto dello “(…) Spirito Santo che ci rende figli di Dio, capaci di vivere e di gustare la sua bontà, di rivolgerci a Lui con il termine «Abbà»”. La vera sfida non riguarda solo il cercare e trovare la vera gioia, ma saperla custodire, trasmetterla e diffonderla. La risposta di Papa Ratzinger a questa sfida è chiarissima: “Cari giovani, non abbiate paura di mettere in gioco la vostra vita facendo spazio a Gesù Cristo e al suo Vangelo; è la strada per avere la pace e la vera felicità nell’intimo di noi stessi, è la strada per la vera realizzazione della nostra esistenza di figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza”.

La gioia è una forma d’amore, è un frutto dello Spirito, un’espressione di fede, è una risposta all’invito alla generosità, al servizio, alla comunione fraterna, fino alla donazione di tutta la propria vita al Signore. Gioia quindi in ogni momento della vita, anche nei più difficili, anche nelle prove e nel dolore, come esprimono le parole e le azioni di alcuni testimoni della fede richiamati dal Papa, Pier Giorgio Frassati, Chiara Badano, Teresa di Calcutta e Teresa di Gesù Bambino. Ecco quindi il senso del messaggio e il mandato che ogni giovane è chiamato a far proprio, essere testimoni della gioia: “Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che è Gesù stesso”.