Cultura

Si ferma la bacchetta universale di Gelmetti

Addio al grande direttore d'orchestra, aveva 75 anni. Protagonista assoluto del podio, anche per la vastità e poliedricità del suo repertorio, per dieci anni è stato alla guida dell'Opera di Roma

Con la morte di Gianluigi Gelmetti, scomparso a 75 anni a Monte Carlo, si chiude un’epoca. E non è un’affermazione retorica. L’epoca dei direttori artigiani, quelli che il mestiere lo hanno imparato sul campo. Che hanno macinato chilometri e note, dirigendo nei grandi teatri e in provincia, affrontando un repertorio vastissimo, lirico e sinfonico, sempre ad alti livelli. L’epoca dei direttori capaci di insegnare e tramandare il mestiere. Perché Gelmetti si è formato con Franco Ferrara alla Chigiana, Accademia dove poi, per ben diciannove anni a partire dal 1997, è stato docente. Era malato di cuore Gelmetti, scomparso a Monte Carlo, dove dal 2012 al 2016 è stato direttore musicale ed artistico dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo.

L’annuncio dei familiari è stato rilanciato dal Teatro dell’Opera di Roma che Gelmetti ha guidato per dieci anni dal 2000 al 2009. La prima volta sul podio del musicista, nato a Roma l’11 settembre 1945, fu a sedici anni, quando era allievo di Sergiu Celibidache. Ferrara, Celibidache e poi i corsi di Hans Swarowsky a Vienna formano il carattere musicale di Gelmetti per il quale si aprono le porte dei grandi teatri e delle sale da concerto di tutto il mondo dopo il debutto con i Berliner philharmoniker. Le grandi orchestre e gli incarichi alla guida di molte istituzioni musicali.

Gelmetti, accademico di Santa Cecilia, è stato direttore principale dell’Orchestra sinfonica della Radio di Stoccarda dal 1989 al 1998, direttore principale e artistico della Sydney symphony orchestra dal 2004 al 2008. Roma e Monte Carlo. Un repertorio vastissimo, dal barocco alla musica contemporanea. Un’attenzione particolare per Rossini e le presenze in cartellone al Rof di Pesaro dove nel 1995 ha diretto uno storico Guglielmo Tell con la regia di Pier Luigi Pizzi. Molte le prime in tempi moderni di opere dimenticate dirette da Gelmetti, analitico e appassionato nel suo lavoro con le orchestre: il Démophon di Luigi Cherubini e Les Danaïdes di Antonio Salieri, la Marie Victoire di Ottorino Respighi e Sakuntala opera di Franco Alfano che Gelmetti diresse nel 2006 all’Opera di Roma, curando anche la regia dello spettacolo.

Una passione, quella per la messinscena, che Gelmetti aveva coltivato studiando con Orazio Costa: L’Isola disabitata di Haydn, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, il Così fan tutte di Mozart, Traviata di Verdi e Tristan und Isolde di Wagner alcuni dei titoli di cui Gelmetti negli anni ha firmato la regia. Rossini, Puccini, Mozart, Salieri, Donizetti e Verdi, ma anche Ravel, Beethoven, Mozart, Stravinsky, Berg, Webern, Varèse e Rota gli autori che il direttore ha affrontato in teatro, ma anche in sala di registrazione incidendo per Emi, Sony, Ricordi, e Fonit. Direttore, regista, ma anche compositore Gelmetti: In Paradisum Deducant Te Angeli (dedicato a Franco Ferrara), Algos, Prasanta Atma (commissionatogli dai Münchner Philarmoniker in memoria di Sergiu Celibidache) e Cantata della vita (commissionata dal Teatro Comunale di Bologna) alcune delle pagine composte dal musicista.

da avvenire.it