Sequestro Casapenta, Gerbino: la misura appare sproporzionata

«In relazione all’indagine avviata su Casa Penta dalla Procura della Repubblica di Rieti in base alla quale risultano indagati i Presidenti dell’ASM Rieti dal 2002 ad oggi» il consigliere comunale Luigi Gerbino, avendo svolto il ruolo di Presidente dell’Azienda dal 2002 al 2012, precisa quanto segue: «Il sito di Casa Penta è stato interessato per tante volte da indagini ambientali ed ogni volta si è dimostrata la bontà delle autorizzazioni; mai si è giunti ad un provvedimento cautelare di tale portata e dannosità per la città oltre che per l’azienda, quale è il sequestro in corso».

«In effetti – prosegue Gerbino – la misura adottata appare non soltanto sproporzionata ma anche inopportuna ed è stata determinata, a mio avviso, da un’evidente incapacità dell’attuale guida dell’azienda nel relazionare, spiegare e documentare agli inquirenti, nel corso delle indagini negli ultimi mesi svolte, la assoluta rispondenza alle norme vigenti delle autorizzazioni del sito di Casa Penta.

Casa Penta si compone di tre spazi distinti aventi ciascuno una propria autorizzazione:

  1. Un primo sito con autorizzazione per il centro di raccolta comunale, rilasciata dal Comune di Rieti ai sensi del DM 84/2008 che, su apposita cartografia, individua spazi e modalità di deposito dei rifiuti conferiti e ritenuta corretta dall’ARPA come da verifica recente e riportata nei verbali dell’Ente .
  2. Un secondo sito con autorizzazione alla messa in riserva dei rifiuti rilasciata con procedura semplificata dalla Provincia di Rieti ai sensi di legge, corredata da cartografia che individua gli spazi destinati a tale attività e modalità di deposito dei rifiuti. Anche questa ritenuta corretta dall’ARPA come in atti della Procura.
  3. Un terzo sito con relativa autorizzazione relativa alle presse di carico dei camion (trasferenza) rilasciata nel 1999 dalla Provincia di Rieti secondo la norma regionale vigente all’epoca, sulla base della relazione peritale del progettista che certificava la non assoggettabilità dell’opera alla procedura di Valutazione Impatto Ambientale. Quest’ultima – e solo quest’ultima – ritenuta non rispondente alle norme secondo ARPA, sulla scorta delle relazioni e documentazioni prodotte da ASM.

Va da sé che per quanto attiene ai siti relativi alle prime due autorizzazioni, questi non fossero da sequestrare. Quanto alla terza, la cui relativa documentazione unitamente alla relazione esplicativa era stata in più occasioni (nel corso di precedenti indagini svolte nel corso del mio decennale mandato da Presidente) prodotta ed esaminata dalla Forestale e dal Nucleo Ecologico della Finanza supportato da ASL e da ARPA, che nessun rilievo avevano mosso, oggi viene messa in discussione tanto da portare al sequestro dell’intera area».

«Devo necessariamente ritenere – conclude Gerbino – che i chiarimenti richiesti nei mesi scorsi ad ASM e la relazione tecnica prodotta da chi negli ultimi mesi ha gestito l’Azienda, non siano stati idonei a chiarire i rilievi mossi».