SEL Rieti: la soluzione non è l’antipolitica

Se è vero che non esiste democrazia senza la concreta partecipazione di un’intera comunità, la disaffezione che mostra una certa percentuale di cittadini nei confronti della politica sollecita un’approfondita analisi da parte di tutti quei soggetti istituzionali che traggono la propria legittimazione proprio dal consenso popolare.

Il fenomeno del libero associazionismo e della formazione spontanea di Comitati cittadini che si sta diffondendo come nuova forma di partecipazione attiva offre senza dubbio una chiave interpretativa dell’allontanamento dalle storiche organizzazioni politiche. Di fatto i partiti, con i loro rigidi apparati e con le loro personalistiche lotte interne, non paiono più cogliere i bisogni della comunità né rappresentare la volontà generale, per non parlare della diffusa mediocrità di una classe dirigente sempre più adusa a coltivare interessi particolari o lobbistici

La soluzione a tutto questo però non può essere rappresentata da una qualunquistica antipolitica, molto più deleteria se innesca ulteriori meccanismi di estraniamento e indifferenza invece di promuovere consapevolezza e un propositivo spirito critico. Il rinnovamento e la “riconversione” della politica possono compiersi, secondo noi, soltanto attraverso l’irruzione dei cittadini nei luoghi dove il governo locale progetta, decide e controlla, e quindi attraverso la riappropriazione di quegli spazi che gradualmente si sono visti sottrarre. Non si pensi populisticamente ad un’investitura popolare senza mediazioni, ma all’integrazione e all’arricchimento della tradizionale democrazia rappresentativa mediante forme e strumenti ispirati ai fondamenti costituzionali.

In alcune città italiane si stanno mettendo in cantiere iniziative di questo tipo, che danno spazio al legittimo desiderio dei cittadini di avere un ruolo da protagonisti nelle scelte che riguardano il loro futuro; la loro attuabilità dipende esclusivamente dalla volontà di chi amministra e dall’impegno della società civile. Uno di questi strumenti partecipativi sono le Consulte cittadine, che si pongono non soltanto l’obiettivo di ascoltare bisogni ed esigenze ma, sulla strada della democrazia deliberativa, anche quello più impegnativo di accettare che su singole tematiche di interesse generale i cittadini possano esercitare direttamente la propria sovranità.

Certo, queste nuove forme di democrazia sono impegnative sia per chi amministra sia per i cittadini, infatti esigono che si mettano in comune tempo, competenze, informazioni, dati. Non basta più l’ordinaria amministrazione, così come non basta votare ogni tanto e delegare decisioni e responsabilità. Bisogna mettersi in gioco e lavorare per il bene comune.

Ci rendiamo conto che tutto questo rappresenta una sfida, ma è l’unico modo per restituire dignità alla politica e per ridare la parola a tutti coloro che da troppo tempo vivono sulla propria pelle scelte non condivise. Si esce dalla crisi generale soltanto volando alto e guardando avanti.

Sinistra Ecologia e Libertà ritiene che le primarie del 22 gennaio, delle quali ha sempre ribadito l’importanza, rappresentino il primo passo sulla strada di un’effettiva democrazia partecipata.

Rita Dionisi
Coordinatrice del Circolo di SeL di Rieti