Sei giovani s’inventano il lavoro: un pastificio artigianale

Decisivo il contributo della comunità ecclesiale: prestati dai parrocchiani 100mila dei 400mila euro necessari a metter su l’impresa. Garanti il parroco e il responsabile del Progetto Policoro. Ora i giovani stanno imparando il mestiere e accanto a loro c’è un anziano pastaio che metterà a disposizione la sua esperienza. La soddisfazione dell’arcivescovo, Francesco Alfano.

Il bene è contagioso. Lo dimostra la storia di sei giovani di Gragnano (diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia), che grazie al Progetto Policoro e al sostegno della comunità ecclesiale possono guardare al futuro con speranza. Gragnano è una cittadina famosa per la produzione della pasta e i sei giovani hanno scelto di scommettere su un mestiere antico, e al tempo stesso nuovo grazie alle tecnologie di oggi: mettere su una microimpresa per la produzione di pasta artigianale Igp di Gragnano. Nasce così il pastificio “Il mulino di Gragnano” srl. “È un grande segno di speranza – dice l’arcivescovo, monsignor Francesco Alfano -, perché prende sul serio la possibilità offerta dal Progetto Policoro, mette insieme dei giovani che offrono passione, entusiasmo, competenza, li mette in rete a un livello più ampio – locale, regionale e nazionale – e stimola la comunità ad assumersi le proprie responsabilità, stando vicino non solo idealmente e moralmente, ma concretamente”.

Un grande sogno. Agostino Alfano, Alfredo Cesarano, Cristian Battaglia, Luigi Petrosino, Francesca Scarfato e Raffaele Faella sono i sei ragazzi della parrocchia di San Leone II protagonisti della storia, che, però, inizia già qualche anno fa con un numero ben più cospicuo di ragazzi. Nel 2011 un gruppo di venticinque ragazzi della parrocchia, senza occupazione, decide di scommettere sulla pasta, che è il simbolo positivo della città. I ragazzi costituiscono l’Associazione “La pasta è buona per tutto”, che partecipa a un concorso di progettazione sociale promosso dal Movimento lavoratori di Azione cattolica (Mlac). I ragazzi vincono 3mila euro grazie a un progetto basato sulle serate evento promosse dall’Associazione e sulla produzione di oggetti artigianali fatti con la pasta. “Nel periodo di Natale – spiega Alfredo Cesarano – abbiamo creato, ad esempio, alberi di Natale e presepi con la pasta, prima verniciata con vari colori; a Pasqua, invece, abbiamo realizzato uova”. Le difficoltà non sono mancate. Tanti si sono scoraggiati e hanno lasciato il progetto. Così, a settembre 2013 cessa di esistere l’Associazione. Eppure quattro ragazzi, tra i 21 e i 25 anni, che facevano parte dell’Associazione, sognano di realizzare un piccolo pastificio artigianale. Anche una coppia di fidanzati, di 27 e 26 anni, entrambi laureati, coltiva un sogno che riguarda un pastificio. I sei, pur così eterogenei tra di loro, grazie al Progetto Policoro si confrontano. E il sogno del pastificio diventa un progetto concreto, sostenuto dal Progetto Policoro dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia.

Una scommessa sul futuro. Per mettere in piedi il progetto servono 400mila euro, ben di più di quei 3mila vinti con il concorso del Mlac. La coppia di fidanzati è riuscita a recuperare, grazie a prestiti di parenti e amici, la somma principale. All’appello mancavano ancora 100mila euro e gli altri quattro non hanno niente. Qui è entrata in campo la comunità parrocchiale. È nato così il progetto “Gesti di fiducia solidale”. Garanti sono stati don Luigi Milano, il parroco di San Leone II, e don Alessandro Colasanto, responsabile del Progetto Policoro diocesano e vice parroco a San Leone II. Le famiglie della parrocchia hanno prestato una cifra per loro possibile e con don Luigi e don Alessandro hanno concordato il tempo della restituzione a partire da gennaio 2016. E se il pastificio dovesse andar male? Le famiglie non perderebbero i propri soldi perché i due sacerdoti si sono impegnati a restituire comunque il prestito (1.000 euro al mese a partire da gennaio 2016) attingendo dal loro stipendio. “In questo progetto – spiega don Alessandro Colasanto – abbiamo investito prima di tutto in relazioni. Questo è il nostro primo e fondamentale capitale”. Sono stati raccolti così i soldi necessari: “C’è chi ha dato tutti i suoi risparmi e chi dieci euro”. Da metà aprile i giovani stanno ristrutturando il capannone industriale dove sarà allestito il pastificio. I lavori dovrebbero essere conclusi alla fine di maggio, mentre i macchinari dovrebbero arrivare tra fine giugno e inizio luglio, mese che sarà dedicato alla prova delle macchine, messa a punto della ricetta e dei formati. Tra agosto e settembre comincerà la prima produzione. Il 2 ottobre ci sarà l’inaugurazione ufficiale. Intanto, i ragazzi hanno anche svolto degli stage per “imparare ad utilizzare e a manutenere i macchinari – spiega Alfredo -. Inoltre, possiamo contare sulla collaborazione di un anziano pastaio che ci farà dono di tutta la sua esperienza”.

Il bene crea bene. Ma il bene può essere un fiume inarrestabile: “Ora – dice don Colasanto – questi ragazzi vogliono diventare una benedizione anche per le altre Chiese locali, perché la reciprocità si diffonda, e per questo hanno indetto un bando di concorso per formare gli agenti di commercio del pastificio che potranno vendere la pasta sul proprio territorio e anche all’estero: più saranno capaci di vendere, più potranno guadagnare. In questa maniera l’impresa offrirà la possibilità di un lavoro ad alcuni giovani, e questi giovani aiuteranno il pastificio a crescere nella propria capacità produttiva: questa è la reciprocità, questa è la logica del dono, questa è la traduzione ‘economica’ dell’amore cristiano che non condanna il profitto, ma vuole che costruisca processi di crescita. Questa è l’economia che non uccide ma che dona vita”.