Sebastiani: «L’arte del copia e incolla dell’Assessorato ai Servizi Sociali»

Ogni volta che l’Amministrazione Comunale, e in particolare l’Assessorato ai Servizi Sociali, annuncia di voler predisporre un bando di gara per l’affidamento di qualche servizio ne attendo, con ansia mista a curiosità, la pubblicazione all’albo pretorio per vedere quale “magia”, nell’occasione, la Dirigente e l’Assessore sono state capaci di confezionare.

Perchè anche nell’arte (perchè di arte si tratta) del taglia, copia e incolla occorre preparazione e competenza. Non tutti sono all’altezza delle delicate alchimie sartoriali.

È il caso dell’avviso pubblico per l’affidamento del servizio socio – educativo domiciliare per minori che verrà aggiudicato in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per la durata di 24 mesi, con un importo a base di gara stimato in circa 157 mila.

A parte l’erronea indicazione del termine di presentazione della domanda fissato, nell’avviso, al 28 ottobre e nel disciplinare di gara, invece, al 23 dello stesso mese, la prima anomalia evidente che salta agli occhi è la contradditorietà del luogo di prestazione del servizio.

All’art. 4 viene indicato il domicilio della famiglia del minore ma, al tempo stesso, si richiedono ai partecipanti la disponibilità di locali idonei, che dovranno ovviamente essere conformi agli standard funzionali e muniti di tutte le autorizzazioni di legge.

La prima domanda che viene da porsi è: dove si svolge questo servizio? A casa del minore o nei locali della ditta aggiudicatrice?

È per tale ragione, quindi, che viene richiesto come requisito di ammissibilità il possesso della certificazione UNI ISO 9001?

Ma allora, se il servizio viene reso sia presso il domicilio della famiglia che in altri luoghi, come mai all’art. 6 il disciplinare non prevede tuttavia l’obbligo di redazione del documento unico di valutazione dei rischi individuali, visto che, cito testualmente quanto riportato, “il servizio socio-educativo verrà svolto totalmente in ambiente esterno”?

Stranezze della lingua italiana.

Come risulta altresì strano che l’Amministrazione non si sia preoccupata di dare la possibilità alle ditte offerenti di poter consegnare i plichi contenenti i progetti anche a mano, e non solo attraverso il servizio postale, visto che il mancato recapito rimane ad esclusivo rischio del mittente e visto, altresì, che il termine perentorio è entro le ore 12, sottraendo inevitabilmente alcuni giorni all’elaborazione del progetto.

Probabilmente un po’ di attenzione ed il ritiro del bando per la sua correzione e successiva ripubblicazione sarebbero quanto meno opportuni.