Sebastiani a Ciccomartino: scusa il francesismo!

“Orecchie non sentono, culo non rode”. Passatemi il francesismo e scusate se stavolta non è in rima.

Si potrebbe sintetizzare così la spasmodica ricerca di visibilità del Sig. Ciccomartino che, per tentare di scusarsi di fronte alla città e ai suoi iscritti per le figure da peones che ha collezionato in questi ultimi giorni, ha comprato uno spazio autogestito su RTR come segretario provinciale della CGIL Funzione Pubblica.

È ormai palese a tutti, anche a chi non si è mai occupato di sindacato, che l’aver scoperchiato il vaso di pandora degli accordi sottobanco fatti dal Sig. Ciccomartino con l’attuale Amministrazione e diretti a beneficiare alcuni suoi protetti, ha creato un tale e tanto risentimento da avere indotto il Ciccomartino a perdere il lume della ragione.

Tanto che questo lo spinge a non rispondere, in televisione oltre che sui giornali, nel merito delle questioni, appositamente evitando di entrarvi non avendo argomenti sufficientemente convincenti per smontare le tesi accusatorie che gli sono piovute addosso.

Sarebbe interessante sapere se la spesa per lo spazio TV sia stata sostenuta personalmente dallo stesso sindacalista o, invece, dalla sigla sindacale che rappresenta con gli introiti delle quote associative dei suoi iscritti.

Come altrettanto curioso sarebbe venire a conoscenza di come la pensa Ciccomartino sulla proposta avanzata dalla Ugl di Rieti, e condivisa anche dall’Assessore Giuli, e dalle altre sigle sindacali, e da parte della minoranza politica, di garantire la continuità lavorativa ai lavoratori ex Asu in cambio della rinuncia a contrattualizzare due nuove figure dirigenziali, che si andrebbero a sommare alle nove già inserite nell’Amministrazione. Dica semplicemente se la condivide oppure no.

E dica pure se è vero o no che da quando si è insediata questa maggioranza e ancora prima, durante le passate consiliature, lui ha sempre recitato un ruolo più politico che sindacale, in modo particolare in questi ultimi due anni.

Concordo invece con Ciccomartino quando afferma, in generale, che il momento storico che viviamo necessiterebbe, da parte di tutti, di un recupero della morale individuale per poter immaginare un percorso condiviso che conduca alla ricostruzione dell’etica pubblica, sempre più spesso messa ai margini in nome di un esasperato individualismo.

Però se questo è vero, e certamente lo è, allora è assolutamente necessario iniziare da noi stessi impegnandoci a porre in essere comportamenti che dimostrino che ci sia la reale volontà di raggiungere l’obiettivo.

E non è trincerandosi dietro la possibilità consentita dalla legge di porsi in distacco o in aspettativa, pagata da tutti i cittadini, che permette al Sig. Ciccomartino di “fare la morale” agli altri. Per questo lo invito a iniziare questo percorso di rinnovamento proprio da sè stesso.

Perchè l’opportunità dell’aspettativa è prevista anche per coloro che ricoprono cariche elettive a qualsiasi livello di governo, ma il sottoscritto non ne usufruisce come non ne fruisce nessuno dei trentuno consiglieri che, oggi, siedono in consiglio comunale. Allora occorre essere sempre prudenti e contare fino a cento, prima di fare affermazioni azzardate.

Perchè altrimenti Ciccomartino dovrà tenere a mente l’antica legge della fisica che stabilisce che, ad ogni azione, corrisponde sempre una reazione uguale e contraria. Ogni volta che egli tenterà di rialzare la testa sarà, nello stesso momento, ricacciato indietro dal sottoscritto, a cui non potrà contestare alcuna responsabilità di qualsiasi natura essa sia, ancor meno se politica.

One thought on “Sebastiani a Ciccomartino: scusa il francesismo!”

  1. gianni ciccomartino

    Purtroppo non esiste alcuna legge che vieti a persone prive di educazione, senso morale e che non riescono neanche per sbaglio ad entrare nel merito delle questioni che si pongono (salvo dichiarare falsità) di candidarsi a ricoprire cariche pubbliche. Il comunicato di Sebastiani, che potrebbe forse avere cittadinanza in qualche osteria, ne è la riprova. Come peraltro poco coraggiosamente rifiuta un confronto vero, diretto e sui temi. Vergognoso.

Comments are closed.