Sebastiani: «Chi di procura ferisce, di procura perisce»

Esiste ancor oggi, nel momento in cui quest’articolo verrà pubblicato, la tanto sbandierata questione morale al Comune di Rieti, o si è improvvisamente dissolta con l’inversione dei ruoli dei diretti interessati?

In caso affermativo, essa è sempre riferibile ad una sola parte politica, quando questa viene messa sulla graticola giudiziaria o vale anche per l’altra e, quindi, per tutti?

Sembrerebbe di sì a leggere, o per meglio dire a non leggere, le mancate prese di posizione della maggioranza di centro sinistra che sostiene il Sindaco Petrangeli, indagato per abuso d’ufficio per aver annullato, con ordinanza sindacale, verbali sanzionatori elevati dagli agenti municipali.

All’indomani della vicenda del famoso camper acquistato dalla Polizia Municipale, tutti si affrettarono a dichiarare, al grido del “al lupo, al lupo”, che al Comune di Rieti esiste una questione morale, quasi fosse un problema circoscritto alla nostra città.

Sindaco, Presidente del Consiglio, capogruppo del Pd, si stracciarono le vesti pur di mettere in stretta correlazione quegli avvenimenti con responsabilità politiche da attribuire alle passate amministrazioni di centro destra.

Se di colpevolezza dobbiamo parlare c’è sicuramente quella di aver lasciato troppo spazio di manovra al “potere” interno amministrativo. Questo sì.

Da qui, però, ad affermare, come è stato detto e scritto, che la moralità riguarderebbe solo una precisa parte politica, vuol dire non avere argomentazioni credibili da porre all’attenzione dell’opinione pubblica, sapendo di non poter in alcun modo giustificare un colpevole immobilismo di questa amministrazione e una gestione politico-amministrativa fallimentare.

Non vi è alcun dubbio che i fatti siano certamente diversi, al punto da non poterli porre sullo stesso piano, ma sono entrambi comunque riferibili ad una questione di opportunità dei comportamenti.

Se non era opportuno l’acquisto del camper, nei modi come è stato fatto, lo è il comportamento del Sindaco che, senza tenere in considerazione la figura e il parere del dirigente, annulla multe, peraltro emesse quando ancora non era “asceso” al ruolo di primo cittadino?

La verità è che la questione morale non appartiene né alla destra né alla sinistra, ma è riferibile al singolo individuo, al quale è affidata la libera scelta di tenere comportamenti moralmente ineccepibili, assumendo su di sé poi l’onere delle conseguenti responsabilità nel caso commetta errori.

Da qui dovremmo tutti ripartire senza fare i falsi moralisti dispensando ipocriti insegnamenti che, molto spesso, provengono da coloro che avrebbero tanto da guadagnare nel tacere.

A voler mutuare un antico detto ripreso da un ammonimento che Gesù, dopo essere stato catturato dai soldati inviati dai Principi dei Sacerdoti, pronunciò nell’orto dei Getsemani all’indirizzo di Pietro, “chi di spada ferisce, di spada perisce”, potremmo ironicamente affermare che “chi di procura ferisce, in ultimo, di procura perisce”.