Se l’alunno è risorsa l’insegnante è motore di sviluppo

Nella relazione del presidente AIMC Giuseppe Desideri, al termine del suo mandato quadriennale, la consapevolezza della difficoltà del momento: “Crediamo nella scuola non perché salviamo il posto di lavoro, ma perché abbiamo voglia di non arrenderci: sappiamo che, se non facciamo noi le cose di cui ci occupiamo, non le farebbe nessun altro”. E ancora: “Occorre “riportare la scuola all’attenzione di chi decide”.

Una necessità, una strategia e una finalità più ampia. Ne è sintesi “Salviamo la scuola. L’impegno di tutti per il futuro per il Paese”, il tema del XX congresso nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc), in corso a Roma fino a domani per valorizzare il ruolo della scuola nella comunità sociale.

Professione e impegno.

In un contesto, quello attuale, in cui sono mutati il senso del vivere e quello di appartenenza, la partecipazione e la democrazia, la scelta di fede e laicità, l’educazione e la scuola tutta, è da intensificare l’impegno per la persona, “fulcro dell’etica della responsabilità propria di una cittadinanza attiva”, ha detto il presidente dell’Aimc, Giuseppe Desideri, che, al termine del suo mandato quadriennale, ha tracciato un bilancio delle attività svolte. “Princìpi ispiratori”, ha spiegato, sono stati “l’identità associativa professionale, ecclesiale e sociale e l’aspetto professionale inteso come al servizio della società italiana. Crediamo nella scuola non perché salviamo il posto di lavoro”, ma perché “abbiamo voglia di non arrenderci: sappiamo che, se non facciamo noi le cose di cui ci occupiamo, non le farebbe nessun altro”. Il maestro è, ha proseguito Desideri, un “soggetto particolare, e trascurato: non abbiamo un potere da giocarci, però siamo una delle pochissime voci che tentano di coniugare il ruolo e la professione con un servizio e un impegno”. Tra le caratteristiche fondanti dell’Aimc e del suo impegno, “un ‘insano’ ottimismo, dato dall’attenzione al ruolo dell’educatore in questo Paese oggi: stiamo vivendo – ha evidenziato – un periodo di grandissima difficoltà e dubbi su cosa sia la democrazia, su cosa significhi partecipazione. E, in questo contesto, i corpi intermedi sono fondamentali”. Il presidente Aimc ha poi elencato, tra gli obiettivi prefissi e perseguibili, la valorizzazione della scuola, della professione, dell’associazionismo professionale e del ruolo dei maestri cattolici.

Insegnante, motore di sviluppo.

Occorre “riportare la scuola all’attenzione di chi decide: noi chiediamo un cambio di prospettiva, non bisogna pensare a quanto costa un alunno, ma a cosa possiamo fare affinché ciascun alunno rappresenti una risorsa per il Paese”. Questa impostazione, inevitabilmente, “rimodula il ruolo dell’insegnante, non più visto come un dipendente e, dunque, un costo, ma come motore di sviluppo”. La crisi dell’autonomia scolastica è stata definita dal presidente Desideri “grande aspettativa tradita”, una delle cause che fanno sì che la scuola risulti “abbandonata a sé stessa, dal momento che ancora oggi mancano quelle condizioni di esercizio che chiedevamo già da tempo”. Di “tentativo naufragato” ha parlato invece in merito al tentativo di riscrittura della partecipazione agli organi collegiali: solo il 10% dei genitori va a votare, una vera e propria “sconfitta invisibile”. Il docente, ha concluso, “per formare deve formarsi”, e “va valutato secondo criteri condivisi”.

Il lievito del Vangelo a scuola.

Un incoraggiamento “a continuare ad animare con il lievito del Vangelo e dei valori cristiani l’ambiente scolastico, per la crescita umana, culturale e spirituale delle nuove generazioni” è stato espresso in un messaggio dal segretario di Stato vaticano, monsignor Pietro Parolin. Aggiungendo “apprezzamento per l’impegno dell’Associazione che, in un momento per vari aspetti difficile, intende rinnovare con decisione il suo specifico servizio alla formazione degli insegnanti, a beneficio della scuola, delle famiglie e dell’intera società italiana”, il segretario di Stato ha auspicato che il congresso possa incarnare “un momento intenso di comunione, ascolto reciproco, discernimento e progettazione”. Si è soffermato sull’importanza rivestita dall’associazionismo nel campo della scuola Luciano Chiappetta, capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: “Se l’azione educativa non trasmette princìpi morali, di comportamento e giuridici universali, fallisce. Orientare e formare devono essere l’humus su cui costruire ogni giorno attività didattica”.