Economia

Se cresciamo è merito di tutti

Ci sono imprenditori che riconoscono e ci sono imprenditori che non riconoscono il valore della persona

“Se cresciamo è merito di tutti. Senza le persone che lavorano con noi non arriveremmo a questo risultato e quindi abbiamo deciso di dividerlo con loro quello che abbiamo ottenuto”.

Il risultato è un utile di 600 mila euro, le parole sono quelle dell’amministratore delegato di un’azienda torinese.

La foto che accompagna un articolo apparso nei giorni scorsi ritrae i 70 dipendenti ed è assai diversa da quelle che appaiono sui giornali a ulteriore documentare di situazioni di segno opposto.

Il sorriso di quanti si sentono valorizzati e premiati non è un segno di indifferenza all’angoscia e alla sofferenza di chi si trova licenziato bruscamente, senza molte spiegazioni, addirittura via mail.

Le due così diverse immagini portano a prendere atto di scelte imprenditoriali che non ignorano la dignità del lavoratore e di scelte imprenditoriali che la ignorano.

Non c’è dubbio che le situazioni siano diverse, che la crisi economica sia ancora aggressiva e tolga il respiro a molte imprese. Dunque, nessuna lavagna dei buoni contrapposta a quella dei cattivi.

Con le contrapposizioni non si risolvono i problemi e neppure si risolvono con il solo sedersi a un tavolo di confronto quando l’uno non ascolta le ragioni dell’altro, soprattutto se più debole nella contrattazione.

Ci sono imprenditori che riconoscono e ci sono imprenditori che non riconoscono il valore della persona. I primi come i secondi non rinunciano al profitto, anzi lo accrescono e lo finalizzano sia allo sviluppo aziendale che alla crescita dei dipendenti, delle famiglie e della comunità. Nella loro etica professionale ha spazio l’ecologia integrale.

Un imprenditore del legno nel comasco applica l’economia circolare utilizzando gli scarti di lavorazione, ha costruito una scuola materna in azienda aprendola anche al territorio, ha realizzato terrapieni alberati con la terra degli scavi stradali per evitare lo sfregio ambientale delle barriere antirumore.

Mentre mi accompagna nella visita all’azienda mi ricorda che Adriano Olivetti riteneva importante che la bellezza fosse presente nei luoghi di lavoro perché nella bellezza il lavoratore trova un motivo in più per compiere opere belle.

Un imprenditore della stessa area geografica mi indica alcuni giovani nei laboratori: sono laureati in discipline scientifiche che lavoravano all’estero. Sono rientrati perché in questa azienda l’innovazione e la ricerca sono percorsi in continuo divenire.

Queste imprese sono segnalate, con altre, come “buone pratiche” alla Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Taranto a fine ottobre sul tema: “Il pianeta che speriamo. Lavoro, ambiente, futuro #tuttoèconnesso”.

Foto di Malachi Witt da Pixabay