Sciopero, la scuola si ferma

Anche a Rieti clima teso tra i lavoratori dell’istruzione per il ddl del governo Renzi. Isceri (Snals): «Un passo indietro, occorre riaprire la discussione».

La scuola reatina si avvia allo sciopero del 5 maggio in un clima teso, che la notizia dell’assunzione in servizio del nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Giovanni Lorenzini, è servita almeno a schiarire. Lorenzini, sabino di Poggio Moiano e fino al giorno prima preside dell’Istituto comprensivo di Torricella, è il primo ad essere stato scelto tra i capi d’istituto locali per guidare l’ex Provveditorato agli studi. Nell’insediarsi ha inviato un saluto alla scuola come si usava nel tempo antico, affermando: «Siamo un micro–cosmo che conserva, al proprio interno, esperienze e competenze professionali notevoli: con esse possiamo raccogliere la sfida dell’innovazione, che sta dinanzi a tutti i sistemi formativi dell’Occidente. Auspico che possa rafforzarsi, all’interno di ogni scuola, una più forte volontà di condividere sul territorio iniziative, esperienze, processi di miglioramento, con l’obiettivo di superare l’isolamento, per costruire cultura e azioni di rete, finalizzate alla fornitura di servizi, alla valorizzazione delle risorse interne, alla qualità dell’offerta formativa». L’inizio è buono ed è stato considerato favorevolmente e può contribuire a stingere il clima preoccupato che regna nella scuola reatina in attesa vigile e allarmata a causa delle notizie di una nuova emorragia del numero di alunni, forse di classi e per questo di scuole. La massiccia partecipazione di personale all’assemblea sindacale tenuta dallo Snals la scorsa settimana è stato un segnale evidente di come risponderanno gli insegnanti all’invito di partecipare numerosi allo sciopero giunto da tutti i sindacati. Il professor Luciano Isceri, segretario provinciale Snals, prima organizzazione dei lavoratori della scuola sabina per numero di iscritti e per risultati elettorali, ha avanzata una previsione positiva sulla riuscita dello sciopero cogliendola dalla presenza di 400 docenti e non docenti alla riunione della propria organizzazione. «Un ddl che attacca inesorabilmente non solo il diritto alla contrattazione, ma persino lo stesso stato giuridico del personale attraverso “originali” forme di struttura di un organico che nel giro di tre anni porterebbe all’azzeramento della titolarità del personale e ad una inevitabile ulteriore contrapposizione all’interno delle scuole e tra gli istituti medesimi, non può essere definito che inaccettabile perché ingiusto. Per questo sciopereremo». A creare forti preoccupazioni tra i lavoratori della scuola «è lo stravolgimento dell’attuale formula scolastica se il decreto legge venisse approvato». Tali dubbi sono stati avanzati da tutti gli altri sindacati della scuola reatina, i confederali Cgil, Cisl, Uil e la Gilda, scesi sul piede di guerra assieme allo Snals e assai attivi nella preparazione dello sciopero. Tutti ricordano che fu il reatino Franco Maria Malfatti, ai tempi in cui guidava il ministero della Pubblica Istruzione, a varare i decreti delegati fondativi degli organi collegiali della scuola: ora la ministra Giannini non propone altro che di svuotarli di ogni loro funzione, passando alla ristrutturazione della dirigenza con un capo d’istituto che tutti hanno cominciato a chiamare preside– sindaco. A questa figura spetterebbe il compito di compilare il Piano triennale dell’offerta formativa; la scelta dei docenti dagli albi territoriali in cui verranno collocati i nuovi centomila assunti, potendo sottrarre infine agli altri istituti, come fossero vere e proprie società di calcio, gli insegnanti che fanno più gol. Al preside–sindaco andrebbe anche la decisione di concedere un premio in danaro a coloro che, a suo giudizio, saranno considerati più diligenti e operosi. Com’è noto, il governo sostiene che è necessario tornare a valorizzare la scuola italiana colpita da mali profondissimi e su questo tutti concordano; che bisogna restituire potere ai presidi, che non ce ne hanno più o che non lo esercitano e che tutti debbono tornare a lavorare sodo. «La nostra affollata assemblea – ha sottolineato Isceri in contrapposizione – conferma quanto da noi lungamente sostenuto nelle riunioni con la ministra Giannini e cioè che dal ddl deve essere estrapolato il capitolo assunzioni attraverso il varo di un decreto legge e tutto il resto riscritto totalmente, perché proprio così non va. Agli organi collegiali della Scuola si dovrà dare maggiori spazi di intervento, rendendoli attori, insieme agli stessi Dirigenti scolastici». Detto in soldoni, il governo Renzi deve tornare a riaprire i giochi e sedersi, cosa che non sembra gradire, al tavolo di una più approfondita trattativa mettendo da parte quella che è stata definita, in modo colorito, riforma troppo americana.

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