Un’alleanza per sconfiggere il tumore. Medicina, alta tecnologia, robotica e… politica insieme nel progetto “Eden 2020”

Medicina, alta tecnologia, robotica e… politica! Tutti insieme – una volta tanto – come buoni alleati contro il “nemico” da sconfiggere. Un nemico che fa ancora tanta paura: il glioma cerebrale, una forma di tumore molto aggressiva
La “santa alleanza” di cui stiamo parlando si concretizza in un progetto, denominato Eden 2020, coordinato da un gruppo di ricercatori di istituti internazionali (tra cui il Politecnico di Milano, l’Università degli studi di Milano e l’Università Vita-Salute San Raffaele), guidati da Ferdinando Rodriguez y Baena, esperto in robotica medica, dell’Imperial College di Londra. Esso – avvalendosi di un finanziamento di 8,3 milioni di euro da parte della Commissione europea, nell’ambito del programma Horizon 2020 – avrà una durata quadriennale e consisterà nello sviluppare e sperimentare una sonda robotica flessibile e controllabile di nuova generazione, che permetterà di raggiungere e curare regioni profonde del cervello in tutta sicurezza per il paziente.
Accennavamo al target di questa nuovo strumento terapeutico, la cura dei gliomi cerebrali, che vengono trattati con un approccio sinergico all’intervento chirurgico, consistente nel rilascio controllato e localizzato di farmaci antitumorali. Finora, però, quest’intervento si realizza mediante dei cateteri rigidi e rettilinei, che rendono di difficile esecuzione l’aggiramento di eventuali ostacoli incontrati lungo il percorso verso la lesione tumorale.
Il progetto Eden 2020 nasce dall’idea di Rodriguez y Baena di imitare la natura per definire le traiettorie da percorrere nei tessuti del corpo umano. L’avanzamento della nuova sonda-catetere, infatti, replica quello dell’organo aghiforme e pieghevole con cui alcuni insetti depongono le uova, come la vespa che parassita il legno.
Negli ultimi anni sono già stati realizzati i primi prototipi di sonde flessibili miniaturizzate e, ora, il gruppo esteso di ricercatori (il consorzio europeo prevede anche la partecipazione dell’Università di Groningen e dell’Università tecnica di Monaco, insieme alle due aziende Renishaw Plc e Xograph Healthcare Ltd.) si propone di giungere ai primi test pre-clinici su animali per prepararne il trasferimento clinico.
Sarà un po’ come comporre le tessere di un mosaico. Toccherà al team di neuro-radiologi dell’Università Vita-Salute San Raffaele il compito di fornire – grazie a moderne tecniche di risonanza magnetica – immagini ad alta risoluzione, che permetteranno di visualizzare in modo accurato le strutture coinvolte dal tumore. Basandosi sulle immagini così ottenute, verrà poi pianificata la traiettoria del catetere robotico, che sarà poi guidato dal neurochirurgo attraverso uno speciale joystick.
Ma non finisce qui. Un sistema esterocettivo, situato all’esterno del catetere, lo localizzerà mediante l’acquisizione di immagini a ultrasuoni intra-operatorie, mentre un sistema di sensori posizionati sul catetere ne misurerà la curvatura, garantendo l’aderenza alla traiettoria pianificata e l’assoluta sicurezza per il paziente.
In questo modo, il chirurgo sarà in grado di monitorare visivamente l’avanzamento della sonda robotica, fino al raggiungimento della sede desiderata per la terapia, dove i farmaci saranno rilasciati attraverso il catetere.
“Si tratta di un progetto affascinante – commenta Elena De Momi, ricercatrice del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano – in cui sarà fondamentale il nostro ruolo di ingegneri biomedici, per traslare il prodotto tecnologico nella realtà clinica ospedaliera”. “Al di là delle rilevanti ricadute cliniche per il trattamento dei tumori cerebrali – aggiunge Andrea Falini, primario di Neuroradiologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – e, in prospettiva, di altre malattie del sistema nervoso centrale, la ricerca permetterà di approfondire aspetti importanti della struttura del cervello, utilizzando le tecniche diagnostiche più avanzate a nostra disposizione nell’ambito delle neuroimmagini”. “Eden 2020 – conclude Lorenzo Bello, professore ordinario di Neurochirurgia dell’Università degli studi di Milano – rappresenta una piattaforma straordinaria per l’integrazione delle varie tecnologie di immagine pre e intraoperatorie, e rappresenta anche uno strumento utile per una diagnostica innovativa in-situ o per operare altri tipi di terapia localizzata (stimolazione cerebrale profonda nel caso di Parkinson, terapia laser), rivoluzionando la neurochirurgia attuale”.