Schneider, don Valerio: «I francesi non si arrendono mai»

«Ieri con Cesare Foffi e Roberto Paolucci (Rsu Scheider Rieti, ndr) sono andato a Strezzano, dove c’è un più grande stabilimento Schneider. Ho visto che anche lì è iniziata la cassa integrazione, c’è mobilità. Noi come Chiesa inseguiamo la verità. Non possiamo vivere ingannandoci. Se vogliamo che tornino la pace e la serenità dobbiamo lavorare nella verità».

Così ha esordito don Valerio Shango, direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro nel suo intervento durante l’assemblea con i vertici sindacali regionali presso la fabbrica Schneider di Rieti.

«Apro una parentesi» ha aggiunto don Valerio. «Al tempo di Pio IX, il Papa a Porta Pia ai francesi disse di non sparare. Un militare francese rispose: “Santità, un francese non si arrende mai”. Sappiamo che Schneider è un colosso. È una multinazionale che segue il profitto. Non ha sposato l’Italia. Non ha sposato Rieti. Questa è la verità. E quando dicono che la loro decisione è irrevocabile, noi dobbiamo capire come muoverci nella situazione data».

«Definiamo gli obiettivi» ha esortato il sacerdote: «cosa conviene fare da questo momento in poi? La prima cosa, secondo me essenziale, è ottenere la firma dell’Accordo di Programma tra Regione e MiSE. Bisogna accelerare su questo punto. Se ci sono altri interessi che fanno sì che la firma è rimandata alle “Calende Greche” a me spiace. Il popolo che soffre non ha tempo di aspettare. Sembra che i politici stiano giocando con questa cosa. Una volta i governi di sinistra stavano dalla parte dei lavoratori. Una volta era così. Ma oggi i lavoratori sono abbandonati da tutti».

«I rappresentanti istituzionali – ha aggiunto don Valerio – hanno agende diverse dai lavoratori. Lo si vede quando andiamo al ministero. Arrivano stanchi. Stanno mezz’ora e poi hanno altro da fare. Come si può credere che vogliono bene ai lavoratori. Diventa tutto una commedia, un prenderci in giro. Queste cose debbono finire».

«Se davvero il 20 andremo al Ministero – ha insistito il direttore dell’Ufficio per i Problemi sociali – è giusto che la Regione ci sia. Ho invitato anche il Governatore della Lombardia a prendere coscienza del problema. Anche in quella regione la Schneider ha avviato un percorso si mobilità e cassa integrazione. Che venga anche lui insieme a Zingaretti al ministero. Io ritengo che davanti a questa “vertenza simbolo” non dobbiamo perdere. Siamo tutti collegati. La povertà è di tutti, a poco a poco si generalizza».

«È tempo – ha concluso don Valerio – che i nostri parlamentari varino una legge che contrasti queste delocalizzazioni selvagge. Se non ci sono delle leggi in Parlamento, hai voglia ad andare al Ministero. I francesi l’hanno fatto, noi che aspettiamo?»