Giugno Antoniano Reatino

Sant’Antonio va incontro alla città

È stato un momento intenso quello che ha visto il trasporto della “macchina” di Sant’Antonio, dalla chiesa di San Francesco, attualmente interessata da importanti lavori di restauro, alla basilica di Sant’Agostino

È stato un momento intenso quello che ha visto il trasporto della “macchina” di Sant’Antonio, dalla chiesa di San Francesco, attualmente interessata da importanti lavori di restauro, alla basilica di Sant’Agostino.

Da questa mattina lo strumento processionale si trova all’interno della grande chiesa di piazza Mazzini, come a ricordare che quest’anno il Giugno Antoniano tornerà a vedere la statua del francescano nella città.

«Avremo la grazia di fargli percorrere la strada, di farlo incontrare», ha detto padre Marcello Bonforte ai confratelli della Pia Unione, pronti alle complesse manovre richieste dal trasloco. Il cappellano ha però aggiunto un avvertimento: «Tenete sempre presente che la statua del santo è solo un ricordo: la gente incontra noi, vede come noi viviamo, vede se da noi ottiene quella parola, quel gesto che i contemporanei attendevano da Antonio».

Ed è quando quelle parole e quei gesti arrivano che «le persone si possono rialzare, riavviare il proprio progetto di vita, scoprire un Dio che gli dice: Tu regni con me».

«Il Signore – ha aggiunto il frate – non ha lo stile di schierare grandi eserciti: gli basta un pugno di uomini per fare le grandi cose. Quello che vi chiedo è pensare che siete stati scelti per questo, che questi giorni di festa possano diventare vita quotidiana a servizio di chi non ce la fa, di chi è sfiduciato, di chi è un imbroglione, di chi si sta per spezzare».

Un richiamo a essere “Pane di Sant’Antonio”, a farsi strumento per i tanti che s’inginocchiano ai piedi della statua chiedendo un aiuto, un sostegno, l’intercessione per una grazia. Una chiave di lettura che la Chiesa di Rieti ha deciso di interpretare con la costituzione di un progetto di microcredito che prende il nome proprio al simbolo della carità antoniana. Ma anche un impegno che ogni cristiano dovrebbe sentire suo.

Per questo padre Marcello ha invitato i confratelli della Pia Unione a evocare nella mente i volti delle persone conosciute: non quelle care, ma «le più lontane, contrarie, imbrogliate dalla vita», per presentarle a Dio insieme a sant’Antonio. Un minuto di silenzio e raccoglimento, seguito dalla preghiera del Padre Nostro, ha aiutato i portatori a trovare la concentrazione e la forza necessarie all’estrazione dell’apparato liturgico da San Francesco per l’ingresso in Sant’Agostino.

È la prima volta nella basilica di piazza Mazzini e c’è un po’ di preoccupazione: gli uomini aprono le porte, prendono le misure, spostano i banchi, inventano soluzioni. Dove manca l’abitudine viene in soccorso l’esperienza e con le giuste manovre la macchina viene sistemata dietro all’altare, come si usa in San Francesco.

Non è come stare in casa, ma ci assomiglia molto. La soluzione rassicura, dice che un poco alla volta le cose torneranno a posto, che aiutando a guardare verso l’alto, sant’Antonio accompagnerà la città a superare anche questo momento difficile.