Santa Barbara guarda a Sant’Agostina Pietrantoni

Il percorso dedicato alle figure di testimonianza cristiana al centro del discorso di Santa Barbara nel Mondo, posa lo sguardo sulla figura di Santa Agostina Pietrantoni, al secolo Livia Pietrantoni (Pozzaglia Sabina, 27 marzo 1864 – Roma, 13 novembre 1894), è stata una religiosa italiana, canonizzata da papa Giovanni Paolo II nel 1999.

La Santa nacque il 27 marzo 1864 a Pozzaglia Sabina, presso Rieti, secondogenita di undici figli, e venne battezzata con il nome di Livia. La sua era una famiglia semplice di agricoltori, dove il lavoro e la preghiera erano i punti di riferimento, sotto la guida del padre Francesco e della madre Caterina Costantini, e con la patriarcale presenza del nonno Domenico.

La piccola Livia mostrò una precoce inclinazione religiosa, e a volte cercava la solitudine per raccogliersi in preghiera. Dimostrò il suo temperamento generoso salvando un fratellino che stava per annegare nel torrente Lasso. Il lavoro prese il posto dei giochi per la bambina, che non poté frequentare con regolarità la scuola: nonostante questo, ottenne un buon profitto, tanto che le compagne la soprannominarono “professora”.

A ventidue anni coronò il suo sogno segreto, entrando come postulante nella Casa Generalizia delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret: era il 23 marzo 1886. L’anno successivo divenne Suor Agostina: era il 13 agosto; il giorno dopo iniziò la sua opera presso l’Ospedale Santo Spirito di Roma, dove prima di lei avevano prestato la loro opera San Carlo Borromeo, San Giovanni Bosco e San Camillo de Lellis.

La Questione romana rendeva difficile la vita in ospedale ai religiosi: i Padri Cappuccini erano stati allontanati, i Crocifissi banditi, restavano solo le suore, senza poter parlare di religione. Suor Agostina assistette inizialmente i bambini, ma contrasse la tubercolosi: guarita inaspettatamente, decise di assistere gli adulti nel reparto tubercolotici. Qui non mancavano soggetti violenti e blasfemi, il peggiore dei quali si chiamava Giuseppe Romanelli: venne cacciato addirittura dall’ospedale, ma volle vendicarsi e scelse la sua vittima, Suor Agostina, che non rinunciò alla sua missione nonostante le minacce.

Il 13 novembre 1894 il Romanelli la sorprese e la uccise a pugnalate, le ultime parole della vittima furono di perdono per l’assassino. Il 12 novembre 1972 venne beatificata da Paolo VI, che usò parole toccanti per lei, definendola «…semplice, limpida, pura, amorosa… e alla fine… dolorosa e tragica… anzi… simbolica». Giovanni Paolo II la proclamò santa il 18 aprile 1999; è ricordata dalla Chiesa cattolica il 13 novembre.

L’appuntamento prevede, alle ore 16, l’intitolazione a Santa Agostina del reparto di Cardiologia dell’Ospedale “San Camillo de Lellis”. Cui seguirà la conferenza con S. E. Mons. Lorenzo Chiarinelli su “Lo spirito del servizio” e l’intervento del Prof. Silvio Messinetti (Medico chirurgo, Doc. Ordinario presso l’Università “La Sapienza” di Roma) su “Santa Agostina nell’ospedale Santo Spirito di Roma, nel suo tempo”.

La giornata prevede anche la donazione di una reliquia di Santa Agostina alla Cappella dell’O.G.P. e l’introduzione di Suor Fernanda (Congregazione Suore della Carità di Santa Antida Thouret) al filmato sulla Vita, Beatificazione, Canonizzazione di Santa Agostina Pietrantoni “Protettrice degli infermieri d’Italia”.