Santa Barbara nel mondo: devozione senza confini

Concluse le varie manifestazioni della rassegna 2013. Presentato a Rieti il libro su culto e tradizioni della santa sabina, molto venerata anche dai minatori toscani.

ltimi appuntamenti, nei giorni scorsi, per le celebrazioni di “Santa Barbara nel mondo”: nell’intenso cartellone di iniziative artistiche, culturali e di riflessione che hanno accompagnato anche quest’anno la festività della patrona di Rieti, spazio anche alla presentazione di un volume dedicato alla martire e al suo culto, opera di uno storico toscano che ha avuto modo di approfondire, nella sua ricerca sulla santa assai venerata dalle sue parti, anche la tradizione reatina che vanta la custodia delle reliquie, che stando alla storia locale nel X secolo vennero traslate in città dal luogo del martirio (la sabina Scandriglia, erede dell’antica Numanzia) per essere da allora fino a oggi venerate nella Cattedrale di S. Maria.

Domenica scorsa, nell’incontro all’Auditorium dei Poveri ricavato nella chiesa di S. Giovenale, coordinato dal responsabile diocesano per il progetto culturale e le comunicazioni sociali Massimo Casciani, è toccato a Ileana
Tozzi (esperta di storia locale e direttrice in diocesi del Museo dei beni ecclesiastici) presentare il libro dal titolo Santa Barbara di Nicomedia Patrona dei minatori, nel quale il ricercatore Piero Simonetti analizza la storia di una devozione secolare, prendendo spunto dai fatti narrati dalla Passio alto-medievale fino a legare nel suo nome i molteplici e multiformi patronati esercitati nei confronti di coloro che sono esposti per sorte e per mestiere ai rischi degli eventi atmosferici, alle insidie dell’acqua, al pericolo del fuoco.

Il sottotitolo del bel volume, impreziosito da un ricco apparato iconografico, rende esplicito il programma perseguito dall’autore, apprezzato esperto di storia locale: “Leggenda e storia di una martire cristiana del III secolo. Culto e tradizione nelle Colline Metallifere Grossetane”.

Attraverso l’analisi documentaria condotta con singolare acribia, Piero Simonetti ripercorre le fasi che danno l’avvio alla legendadi Barbara, la giovane figlia del potente Dioscoro, fedele funzionario dell’imperatore assimiano,
processata dal prefetto Marciano e martirizzata per mano del padre nell’anno 290 dell’era cristiana, così come viene divulgata da Jacopo da Varagine, per passare poi in rassegna i diversi luoghi che fanno da scenario alla vicenda ed alla diffusione del culto, da Rieti a Venezia, da Pisa a Roma, da Cagliari a Ravello, da Piacenza a Mantova fino a Novgorod e a Kiev nei lunghi secoli in cui la presenza delle reliquie di un santo assunse una particolare rilevanza.

L’attenta lettura dei saggi dedicati all’argomento da monsignor Saverio Marini, vescovo di Rieti tra il 1779 e il 1812, promotore della ricognizione delle reliquie di santa Barbara e della loro ricollocazione nell’altar maggiore della cattedrale, è determinante perché Piero Simonetti riconosca la veridicità della tradizione reatina, a fondamento del culto e della devozione testimoniata passando in rassegna numerose tra le varie espressioni letterarie ed artistiche, ispirate alla figura della santa.

Il saggio entra nel vivo della questione con il denso capitolo “Santa Barbara nelle Colline Metallifere Grossetane”, che fa memoria del duro, rischioso mestiere praticato per generazioni dagli uomini del territorio dell’area mineraria grossetana, che hanno nutrito un particolare, intenso ed intimo sentimento di devota gratitudine nei confronti della loro patrona.

Nel territorio grossetano, non c’è chiesa parrocchiale in cui non sia stato eretto un altare alla patrona dei minatori, celebrata con festosa solennità il quattro dicembre di ogni anno. Particolarmente toccante è la memoria degli avvenimenti del 1939, quando proprio la notte del 4 dicembre i minatori di Boccheggiano scamparono alla morte: vent’anni più tardi, il pittore Talfredo Fabbri evocò l’episodio dell’allagamento della miniera in un efficace olio su tavola, intitolato La notte di Santa Barbara.

Così, grazie al bel saggio di Piero Simonetti, i reatini, pochi giorni dopo la celebrazione della solennità liturgica nella quale la patrona è stata degnamente onorata in Duomo, hanno avuto l’occasione per conoscere e condividere la storia della particolare devozione grossetana verso la santa sabina il cui culto è davvero senza confini.

Foto di Massimo Renzi.

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