San Domenico attraverso i capolavori dell’arte

L’edizione 2015 della Rievocazione storica della Canonizzazione di San Domenico è stata occasione di un incontro di studi incentrato sul tema dell’iconografia ispirata alla vita di San Domenico ed al carisma dell’Ordine dei Predicatori, declinato nei suoi diversi aspetti da monsignor Giovanni Maceroni, responsabile degli Archivi Riuniti della Curia, da padre Manolo M. Puppini, O.P., storico dell’arte sacra di matrice domenicana, da Ileana Tozzi, responsabile del Museo dei beni ecclesiastici della Diocesi.

Nell’accogliente e fastosa cornice della rettoria di San Ruffo, un autentico gioiello rococò nel centro d’Italia, i tre studiosi hanno offerto al pubblico le loro riflessioni in ordine al significato ed alla funzione catechetica dell’arte, duttile strumento di conoscenza e di formazione capace di dare forma, sostanza e colore alle verità di fede testimoniate dai Santi e divulgate dalla catechesi e dalla pastorale.

Monsignor Maceroni ha incentrato il suo intervento sull’opera del vescovo domenicano Antonino Serafino Camarda, nobile messinese entrato nell’Ordine dei Predicatori già priore del convento domenicano di Santa Maria della Quercia a Viterbo eletto alla cattedra reatina dal pontefice correligionario Benedetto XIV, che resse la diocesi di Rieti dal 1724 al 1754 impegnandosi nella ricostruzione delle numerosissime chiese distrutte o lesionate dai gravi terremoti del 1703 e del 1713.

Con l’efficace supporto di un ricco apparato di immagini, padre Puppini ha illustrato magistralmente le opere ispirate nel corso dei secoli alla vita mirabile di San Domenico di Guzman, da Niccolò Pisano autore dell’Arca di San Domenico, il monumentale reliquiario che custodisce a Bologna le spoglie del Santo, a fra Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico che nel Quattrocento ne condivise la radicale scelta di vita religiosa, fino agli anonimi artisti che eseguirono tele, tavole, affreschi dedicati a testimoniare attraverso le immagini l’originalità e l’efficacia dell’esperienza domenicana.

Anche la città di Rieti custodisce opere d’arte significative presso le chiese di San Domenico e di Sant’Agnese, oltre che in cattedrale e nella Pinacoteca Diocesana: Ileana Tozzi ha così passato in rassegna i luoghi che nel corso del tempo, dal XIII al XIX secolo, sono stati interessati a questa singolare manifestazione estetica, che affida alla produzione artistica la memoria degli insegnamenti di un Santo e dell’Ordine da lui fondato.