Salute e lavoro, la Chiesa locale si interroga

Il convegno degli uffici diocesani all’Auditorium Varrone.

Dal diritto alla salute al diritto al lavoro: due dimensioni sancite dalla Costituzione (artt. 34 e 35) e rivisitate a Rieti in un Convegno promosso dalla Diocesi. Sabato 16 marzo le tematiche sono state affrontate presso l’Auditorium Varrone con un programma intenso (di ogni intervento si può seguire la ripresa video nella web tv del sito frontierarieti.com), curato dagli Uffici per la Pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro.

Si sa quanto siano attuali entrambe le questioni che tanto influiscono sulla dignità della persona e che a Rieti assumono uno spessore particolare per gli attacchi alle strutture sanitarie provinciali sul quadro di tagli forzati e soprattutto per i posti di lavoro decimati o in sofferenza. E in una comunità piccola come quella reatina i disagi sono visti e vissuti da ogni cittadino perché più o meno direttamente tutti ci si ritrovano coinvolti. Quanto ai giovani, l’emergenza lavoro li spinge a tentare altrove, con molti aspetti positivi – come ha evidenziato Luigi Angeletti –, ma deprivando il territorio (e la Diocesi) di consistenti risorse umane d’eccellenza.

Dunque, un momento che faccia il punto della situazione e delle prospettive locali riguarda sia gli aspetti sociali e sindacali, sia quelli esistenziali e pastorali. I due responsabili dei rispettivi uffici diocesani, il diacono Nazzareno Iacopini e don Valerio Shango, hanno introdotto e condotto i lavori del convegno, sostanziato dalle relazioni del direttore della Ausl di Rieti Rodolfo Gianani e del vice sindaco del capoluogo Emanuela Pariboni, preceduti dai saluti del vescovo Delio Lucarelli e del sindaco Simone Petrangeli; seguiti da un breve intervento del neo-consigliere regionale Daniele Mitolo. La seconda parte della mattinata è stata dominata dall’ottica sindacale: Tonino Pietrantoni (Cgil), Alberto Paolucci (Uil), Fabrizio Tomassoni (Cisl), Marco Palmerini (Ugl); al Segretario Generale Uil, il reatino di origine Luigi Angeletti, è stata riservata la parte conclusiva. Folto il pubblico e presenza, intermittente, di varie scolaresche della città.

L’elemento che ha collegato salute e lavoro si riassume nell’espressione di Nazzareno Iacopini, ripresa da Marco Palmerini: senza lavoro non c’è salute, senza salute non c’è lavoro. Rodolfo Gianani ha disegnato un quadro positivo della sanità italiana, con riferimento sia alla qualità media europea e dei paesi sviluppati, sia ai costi complessivi. A Rieti si è cercato di salvaguardare ed ottimizzare le risorse, ma per adeguare le strutture occorrono tempi lunghi. Comunque, già oggi, quanto a “prodotto sanitario” Rieti rende di più (con meno personale) di grandi ospedali romani ed è in prima fila per medicina generale e per l’umanizzazione dei reparti. I segretari sindacali Tonino Pietrantoni e Alberto Paolucci hanno evidenziato le negatività: tagli lineari, risparmi indiscriminati, disparità in campo regionale, chiusura di strutture ospedaliere (Magliano e Amatrice), ridimensionamento del servizio, mancanza di equità rispetto alle altre province, corsa di pazienti verso strutture sanitarie non reatine.

Particolarmente sul lavoro si è concentrata la relazione di Emanuela Pariboni, che oltre a seguire il settore attività produttive nella Giunta municipale è anche presidente della Commissione permanente sul lavoro della provincia di Rieti. L’analisi è spietata: disoccupazione dilagante, grandi imprese che chiudono a fronte delle piccole che, sebbene limitatamente, assumono nonostante non poche difficoltà; sistema del credito, burocrazia, fiscalità, mancati pagamenti da parte del pubblico. Basterebbe intervenire su questi ultimi ambiti per dare una mano alla ripresa del settore e ad un cammino più aperto alla speranza. Sempre in funzione di ripresa economica-lavorativa locale, Alberto Paolucci indica elementi aggiuntivi: decollo dell’Università, fonti di energia (centrale di Cotilia), acqua, altre risorse ed eccellenze del nostro territorio cui guardare con maggiore concretezza. Marco Palmerini rileva gli incidenti sul lavoro in diminuzione (ma in presenza di una diminuzione del lavoro) e le malattie professionali in aumento, ancorché poco interessanti per l’informazione mediatica.

A Fabrizio Tomassoni, laico assai impegnato nella vita diocesana e presente stavolta in veste di sindacalista Cisl, il compito di recuperare la dimensione sociale della dottrina cristiana. La povertà dilagante, le plurime difficoltà ricordate dal vicesindaco, l’attacco alla sanità reatina da parte della Regione: sono in realtà un attacco al singolo, una ferita alla persona umana. Istanza primaria è ricostruire un rapporto vitale tra regione e nostro territorio, per aprire nuovi percorsi di ripresa.

Nell’intervento di chiusura, Luigi Angeletti ha parlato di politica incapace di produrre qualità della vita, di deupaperamento che porta con sé infelicità, di competitività che allontana sempre più Mediterraneo e Baltico, di Terminillo del cui decollo si parla da 15 anni, approdando al nulla, di amministrazioni locali che boicottano e gestiscono il potere in modo feudale, di distruzione della prospettiva. La quale, invece, esiste se riconosciuta ed adeguatamente sostenuta da risorse ed impegno politico autentico. Dunque, occorre superare il pessimismo perché i cambiamenti necessari sono possibili ed efficaci: le capacità e le abilità non difettano. Ad esempio, noi italiani abbiamo una qualità unica al mondo: la creatività spendibile in mille direzioni; è quella che ci ha trasformato da marinai semplici a capitani rispettosi del codice, ma anche capaci di improvvisare soluzioni all’emergenza e all’imprevisto.

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