Sagra della Gricia: a Grisciano grande voglia di riscatto e normalità

Sullo sfondo i segni delle ferite, fra macerie ancora accumulate e ponteggi di sicurezza. Ma la spianata ai piedi di Grisciano nella giornata del 18 agosto offre una location che tutto dice «andiamo avanti». La frazione di Accumoli, ultimo paese della provincia reatina prima del vicino confine marchigiano, non perde l’occasione di vivere al massimo la manifestazione che dà lustro a ogni sua estate, e che l’anno scorso era arrivata pochi giorni prima del devastante terremoto: la sagra della gricia.

E arrivano in tantissimi a festeggiare il tipico piatto che nella tradizione culinaria si lega al nome stesso del paese, la versione originaria della pasta all’amatriciana, quella in bianco, senza l’aggiunta di salsa di pomodoro che pastori e carbonari dei tempi che furono ovviamente non avevano a disposizione, e trascorrevano il tempo sui monti, a guardia delle greggi come dei mucchi di carbone posti sotto le cataste di legna, alimentandosi col tipico piatto.

Ad accogliere i convenuti alla sagra, le note della banda musicale di Accumoli, nell’allegria che dice voglia di riprendersi, mentre alzando gli occhi non può non metter tristezza la vista del capoluogo dove la torre civica imbracata dalle impalcature sembra ergersi isolata sopra un panorama di devastazione totale, per il paese che la notte del 24 agosto, non fosse stato per le quattro vittime del maledetto crollo del campanile rovinato sopra una famiglia, non aveva poi riportato conseguenze così disastrose, ma che con le scosse di fine ottobre ha poi pagato un prezzo altissimo in termini di case distrutte.

Ma loro suonano in letizia, mentre la gente fa la fila allo stand per aggiudicarsi il sospirato piatto di mezze maniche con guanciale e pecorino assieme alla bruschettina guarnita di gustosa salsiccia. Così come suonano organetti e complessino, nella giornata di sagra che nulla di lieto vuol farsi mancare.

Fra i tavoli si vedono aggirarsi anche don Stanislao, che da Grotti e Casette non manca di fare le sue puntatine tra la comunità accumolese che, in questi mesi, ha seguito durante il periodo in cui è stata sfollata sulla costa e alla quale, lui che vi era stato parroco fino a qualche anno fa, continua tuttora a stare vicino, come pure i sai francescani dei frati Cappuccini che dal “campo base” a Sant’Angelo continuano a garantire una presenza pastorale tra le genti ferite dell’altopiano, e di padre Massimo, che di passaggio in valle reatina è voluto tornare a salutare la gente di qua dove, assieme ai confratelli Minori, ha svolto mesi di prezioso servizio. Anche da parte della Chiesa, infatti, si vuol condividere il cammino di ripresa pure in questi momenti che segnano la grande voglia di riscatto e normalità.

Foto di Massimo Renzi