Sabato sera è tutta una gara

Lo scontro fra “Ballando con le stelle” (Rai1) e “Tu sì que vales” (Canale 5)

Il sabato sera televisivo non è più quello di una volta, ma le ammiraglie di Rai e Mediaset non rinunciano a quella che tuttora è la serata maggiormente appetibile nel palinsesto settimanale. E così si rinnova la caccia agli ascolti, sul filone di quello che un tempo era il classico “varietà” e che oggi unisce il versante spettacolare a quello competitivo, esaltando la dimensione della gara.

Lo scontro diretto è fra “Ballando con le stelle” (Rai1) e “Tu sì que vales” (Canale 5). Il primo, nelle mani di Milly Carlucci e Paolo Belli, è un appuntamento ormai consolidato, in onda dal 2005. Si tratta dell’adattamento italiano del talent “Strictly Come Dancing”, format britannico della Bbc. Le “stelle” sono vip del mondo dello spettacolo, della musica, dello sport e perfino della politica, a cui una nutrita schiera di ballerini professionisti insegna di puntata in puntata a destreggiarsi fra i diversi generi del ballo. Una giuria di cinque esperti giudica le prove sostenute dalle coppie concorrenti sia sotto l’aspetto prettamente tecnico che dal punto di vista artistico.

Il secondo programma è una novità per la tv italiana ma, come rivela il titolo, non per quella spagnola. È infatti il clone dell’omonimo format trasmesso da Telecinco dal 2008 al 2013. La conduzione è affidata a Belén Rodrìguez e Francesco Sole, in giuria siedono Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi. Che, guarda caso, sono gli stessi giudici di “Italia’s got talent”, trasmissione con la quale questa (semi)nuova proposta ha moltissime analogie. Viene da chiedersi perché il titolo non sia stato italianizzato (“Tu sì che vali”) ma probabilmente la risposta sta nel trattamento dei diritti di trasmissione.

Fra gli elementi caratterizzanti, il tempo limite per l’esibizione e la presenza di un personaggio famoso che di volta in volta gestisce il voto della giuria popolare costituita dal pubblico in studio. Al vincitore va un montepremi di 100mila euro.

Si tratta in entrambi i casi della conferma di “format” di successo, che attestano la crescente volontà delle reti televisive nostrane di giocare sul sicuro per conquistare elevate quantità di pubblico, senza rischiare troppo in nuove produzioni e senza rinunciare al benefico traino di proposte che altrove o in altri tempi hanno comunque fatto registrare un buon successo di pubblico.

Pur sul filone condiviso della gara a eliminazione, le differenze fra i due programmi non sono poche. “Ballando con le stelle” trova elementi costanti nella giuria e nel cast dei ballerini, oltre che nella conduzione dei citati Carlucci e Belli. “Tu sì que vales” lascia invece buona parte dello spettacolo alle esibizioni dei dilettanti (ma a volte anche professionisti) allo sbaraglio, concentrando non poco del restante carico emotivo sulle reazioni della giuria.

Il tratto comune è la ricerca del consenso di un pubblico classicamente “nazionalpopolare”, che al sabato sera televisivo chiede soltanto di potersi divertire e si sente ingaggiato anche nel condividere o meno le valutazioni dei giudici. L’Auditel finora ha premiato la prima serata di Rai1, ma su Canale 5 stanno affilando le unghie per alzare sempre più il livello delle esibizioni, magari puntando sul rischio di incidenti che da un lato si vorrebbero scongiurare, ma dall’altro servono a colpire la “pancia” del pubblico.

È già successo sia a “Ballando con le stelle”, con una concorrente campionessa paralimpica che ha perso la protesi ortopedica durante il ballo, sia a “Tu sì que vales”, con un concorrente che si è fratturato la gamba durante un’esibizione. A beneficio dei picchi d’ascolto.