Sabato con Beethoven al Flavio

Concerto per violino e sinfonia n. 7 per la stagione musicale del teatro reatino.

Stagione MusicaleSarà una serata tutta beethoveniana quella di sabato 25 gennaio al Flavio Vespasiano. Saranno infatti il Concerto per violino Op. 61 e la Sinfonia n. 7 a dare inizio alla stagione musicale del teatro di Rieti. L’esibizione vedrà sul palco Francesco Manara (primo Violino del Teatro alla Scala) e l’Orchestra sinfonica ARTeM diretta dal M° Sesto Quatrini. L’appuntamento è alle 18,30.


 

I brani:

Il concerto per violino e orchestra in Re maggiore, op. 61 è stato composto da Ludwig van Beethoven in circa sei mesi nel 1806, ed è in tre movimenti: Allegro ma non troppo; Larghetto; Rondò: Allegro. Il secondo e il terzo movimento sono collegati direttamente tra di loro senza alcuna interruzione.

Il concerto, dedicato a Stephan von Breuning, un amico d’infanzia del compositore, fu composto durante uno dei periodi più fertili della produzione musicale beethoveniana. Esso fu eseguito per la prima volta al Schauspielhaus di Vienna il 23 dicembre 1806 dal violinista e direttore d’orchestra Franz Clement, che probabilmente aveva anche commissionato l’opera. L’esecuzione non ebbe il successo che Beethoven si aspettava, anche perché Clement nel bel mezzo del concerto, appena dopo il primo movimento, pare abbia sospeso il concerto iniziando a suonare delle variazioni proprie sulla prima parte del concerto. In seguito venne totalmente abbandonato dal compositore, che non volle neanche apportare nessuna modifica. Fu una successiva esecuzione postuma a dare al concerto il suo successo. Come qualche anno prima era stato riscoperto Johann Sebastian Bach con un’esecuzione della Passione secondo Matteo, fu riscoperto anche questo concerto, nel 1844, da parte di Felix Mendelssohn, nell’esecuzione del virtuoso del violino Joseph Joachim.

Il concerto rappresenta una delle pagine più alte del genio musicale del grande compositore, sia per la sua intrinseca bellezza ed euritmia, sia per i dialoghi, di carattere intimo, che vengono via via sviluppati tra il violino solista e l’orchestra nel corso dei tre movimenti. Per il suo particolare fascino e la sua grande brillantezza, questo concerto figura nel repertorio dei maggiori violinisti del mondo.

La settima sinfonia di Ludwig van Beethoven in La maggiore op. 92 fu composta fra il 1811 e 1812 (fu eseguita il 8 dicembre 1813 a Vienna).

Scritta a distanza di tre anni dalla Sinfonia n. 6 “Pastorale”, tra il 1811 ed il 1812, non ha una linea di continuità con le precedenti sinfonie, che furono composte dal 1801 al 1808 senza interruzione. Tra il 1809 e l’inizio della composizione della nuova sinfonia, Beethoven aveva portato a termine il Concerto per pianoforte n. 5, l’ultimo, (1809), le musiche per l’Egmont di Goethe completate intorno al 1810, il Quartetto in fa minore op. 95, dello stesso anno.

La prima esecuzione ebbe luogo l’8 dicembre del 1813 nella sala grande dell’Università di Vienna per un concerto di beneficenza. Richard Wagner in L’opera d’arte dell’avvenire così descrisse questa sinfonia: «La sinfonia è l’apoteosi della danza: è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Beethoven nelle sue opere ha portato nella musica il corpo, attuando la fusione tra corpo e mente».

La settima sinfonia dura trentotto minuti circa ed è composta da quattro movimenti, di cui il ritmo è l’elemento generatore.