Ruffini (Tv2000): il Rosario da Lourdes è un miracolo televisivo. Crescono gli ascolti dell’emittente

Il Rosario da Lourdes – spiega Paolo Ruffini, direttore di rete di Tv2000 – è «un fenomeno sociologico, antropologico e televisivo» nel quale «la preghiera ha la grandezza della ritualità e, al contempo, l’impatto dell’evento in diretta». La crescita di pubblico di Tv2000 è pari al 16,2% in un solo anno: «Non possiamo competere con le altre televisioni sul fronte degli investimenti, ma possiamo farlo su quello della qualità». Le novità dei prossimi mesi e il racconto del Giubileo della misericordia.

Una televisione in salute, completamente rinnovata in molte fasce orarie eppure capace di non perdere il proprio pubblico. Anzi, la tendenza è al rialzo: +16,2% in un solo anno. Con una punta di diamante, la recita del Rosario in diretta da Lourdes: “È un miracolo televisivo”, sostiene il direttore di rete Paolo Ruffini.

Centinaia di migliaia di persone che si sintonizzano ogni giorno per partecipare al Rosario da Lourdes…
Quello che viviamo è un tempo che amplifica la confusione, ma le persone hanno bisogno di punti di riferimento che siano certi. Tra questi, c’è senza dubbio la preghiera. Tv2000 offre un appuntamento sicuro, a un orario costante, con un rito conosciuto e una preghiera che fa parte della nostra vita fin da quando eravamo bambini.

Il Rosario da Lourdes è un fenomeno sociologico, antropologico e televisivo.

La preghiera ha la grandezza della ritualità e, al contempo, l’impatto dell’evento in diretta.

Un appuntamento quotidiano uguale a se stesso eppure sempre diverso?
È un convenire di tantissime persone che scelgono di pregare insieme. Televisivamente è un fatto eccezionale, perché concilia aspetti opposti: è un evento unico in un programma routinario, trasmesso da Lourdes ma partecipato in ogni casa, in diretta eppure ripetuto ogni giorno. La televisione generalista, come Tv2000, deve costruire appuntamenti che facciano convenire persone unite da un sentire comune. Il Rosario è più di una partecipazione alla visione, è una partecipazione alla preghiera.

Come procedono i lavori del “cantiere” che ha annunciato all’inizio della sua direzione?
Sono dati più che confortanti. Quando siamo partiti, non immaginavamo una crescita simile in un tempo così breve, considerando anche il cambiamento radicale di intere fasce di palinsesto. Fino ad oggi, però, siamo riusciti a non perdere le radici e a innovare senza smarrire la bussola. Vogliamo essere un cantiere sempre aperto e non considerarci mai arrivati. La televisione ce lo impone.

Oggi tutto il sistema dei media sta cambiando, non possiamo sederci. Abbiamo l’obbligo di rinnovarci restando fedeli a noi stessi. Non possiamo competere con le altre televisioni sul fronte degli investimenti, ma possiamo farlo su quello della qualità.

Quali novità ci attendono nei prossimi mesi?
È appena partito un piccolo ciclo di cortometraggi sulla felicità. Credo sia il tentativo riuscito di raccontare realtà tanto lontane da noi in termini culturali e religiosi – come lo Sri Lanka, il Pakistan o il Malawi – con lo sguardo rivolto alla comprensione piuttosto che alla paura dell’altro. Nei prossimi mesi, poi, avvieremo una serie di prime serate curate e condotte da Alessandro Sortino sul tema dell’ambiente e la cura del creato: “Beati voi presenta Laudato Si’”. E ancora: un approfondimento sui fondatori e la storia di alcuni Ordini religiosi e due documentari sulla Maddalena e su de Foucauld, Santoro e Dall’Oglio.

Il Giubileo ha cambiato la programmazione di Tv2000? Come si racconta la misericordia in televisione?
Il tema della misericordia e del perdono è dentro il nostro palinsesto. Per parlare di misericordia, però, è necessario vederla. La televisione è abituata a parlare di se stessa, ma se vogliamo mostrare la misericordia dobbiamo fare una televisione che sia fondata nella realtà. Dobbiamo vedere e raccontare il mondo in cui camminiamo, anche quando fa male.