Il ritorno di Montalbano. Le novità sui due nuovi episodi

Ecco il punto del Sir e della Commissione nazionale valutazione film della Cei in occasione della messa in onda de “La giostra degli scambi”, episodio visto in anteprima.

Va in onda questa sera (12 febbraio) su Rai Uno “La giostra degli scambi”, il primo dei due nuovi casi del “Commissario Montalbano”, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri (Sellerio Editore). Lunedì 19 febbraio, invece, sarà la volta di “Amore”, un adattamento dai racconti di Camilleri, “Un mese con Montalbano” (Sellerio) e “Gli arancini di Montalbano” (Mondadori). E con questi due inediti si giunge a 32 film per la tv prodotti dal 1999, diretti da Alberto Sironi e realizzati dalla Palomar di Carlo Degli Esposti insieme a Rai Fiction.

Due decenni tutti da record, in termini di ascolti e di penetrazione nel mercato globale. Sul fronte degli ascolti, ricordiamo solamente il risultato raggiunto con gli ultimi film andati in onda nel 2017, “Un covo di vipere” e “Come voleva la prassi”, che hanno toccato rispettivamente il 41% di share con 10.674.000 spettatori e il 44% di share con 11.268.000. Dati assolutamente sorprendenti se si pensa ai risultati della fiction odierna.

È il caso di dire che a tallonare il fenomeno Montalbano c’è solo “Don Matteo”, serie della Lux Vide in onda dal 2000 con 11 stagioni e ascolti anche lì decisamente importanti: quella attualmente in onda ha esordito l’11 gennaio 2018 con oltre 7milioni di spettatori e il 31,6% di share.

A livello internazionale, poi, “Il Commissario Montalbano” è un vero e proprio ambasciatore dell’industria culturale italiana: nel corso di questi anni, infatti, è andato in onda in oltre 60 Paesi, dall’Europa – è amatissimo nella terra dei gialli, la Svezia – all’Asia, dall’America del Nord a quella Latina. Il risultato più significativo è stato registrato senza dubbio nel mercato inglese, in onda sulla BBC con il titolo “Inspector Montalbano”, come pure negli Stati Uniti; due bacini culturali difficilissimi da raggiungere per una produzione realizzata in una lingua diversa dall’inglese.

E che dire del flusso continuo di turisti che da ogni parte del globo giunge in Sicilia, magari per dormire nella casa di Montalbano (che è in realtà un B&B a Punta Secca, RG) o nel ristorante dove il commissario gusta i suoi pranzi (“Enzo a mare”, ancora località Punta Secca).

Ecco il punto del Sir e della Commissione nazionale valutazione film della Cei in occasione della messa in onda de “La giostra degli scambi”, episodio visto in anteprima.

Si apre nel modo più suggestivo e classico “La giostra degli scambi”: Salvo Montalbano, il commissario di Vigata (Luca Zingaretti, in forma smagliante), si trova “a mare”. È mattina presto e nuota nel tratto di costa davanti alla propria abitazione. A far sentire lo spettatore ancora più “a casa”, lì in Sicilia, sono le inconfondibili musiche di Franco Piersanti e la fotografia di Franco Lecca, che illumina i paesaggi di colori brillanti e luminosi.

Pochi attimi e ritroviamo Salvo a fare colazione sulla terrazza, a sorseggiare caffè, probabilmente in attesa del suo vice Mimì, Domenico Augello, o l’ispettore Fazio (sempre bravi e misurati Cesare Bocci e Peppino Mazzotta).

La vicenda questa volta è particolarmente intricata, disseminata di false piste. Da un lato ricorrono delle sospette aggressioni nel ragusano, assalti a giovani donne con il cloroformio; dall’altro, si registra la sparizione di un noto playboy proprietario di un negozio di elettronica, locale cui è stato dato stranamente fuco.
E poi c’è una figura misteriosa, Giorgio Bonfiglio, un dandy, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, attore di primo piano del cinema italiano.

Bentivoglio regala una performance riuscita, incisiva, dimostrando di saper entrare con disinvoltura nel ruolo, ma ancor di più in un cast di attori brillanti e affiatatissimi. Riesce persino a tenere testa al magnetismo di Montalbano, personaggio cui Zingaretti regala ogni volta spessore, umanità, calore.

Sul fronte della storia, la cosa che colpisce ancora della scrittura – quella di Andrea Camilleri e quella televisiva del team di sceneggiatori, tra cui Francesco Bruni, regista di “Scialla!” e di “Tutto quello che vuoi” –, è il fatto di essere così familiare e rassicurante, ma al tempo stesso imprevedibile ed enigmatica. Una scrittura che si immerge nel genere noir, con tutte le sue tinte e tensioni, ma capace di trattenere anche una carica irresistibile di umorismo. Umorismo amaro.

Tema portante di questi due nuovi episodi risulta l’amore. A tal riguardo, il regista Sironi ha precisato: “Chi più di Andrea Camilleri ha saputo raccontare le mille anime dell’amore? Dal frenetico impulso degli innamoramenti giovanili, alla quiete dell’amore coniugale, fino agli amori senili dove il desiderio si trasforma in tenerezza”.

L’amore dunque, ma in tutte le sue declinazioni, da quelle più belle, sane, sino ai precipizi dello smarrimento, alla passione che brucia o uccide. “Raccontiamo anche l’amore sbagliato”, rimarca Luca Zingaretti. “Però quello che emerge forte è il senso dell’amore salvifico, che farà sentire lo spettatore che lo percepirà accolto”.

Insomma, i fedelissimi del Commissario si preparino a soprese, ma di certo non a delusioni.