Risorse sabine, la diocesi sollecita

Il responsabile della Pastorale sociale torna a occuparsi delle problematiche occupazionali che affliggono il territorio, riaccendendo l’attenzione delle istituzioni su uno dei tasselli che compongono il drammatico quadro del lavoro a rischio: il caso di Risorse Sabine, la società messa in piedi dall’Amministrazione provinciale che raccoglie i numerosi lsu in carico all’ente e che ha finora avuto la gestione di alcune strutture (come gli impianti sportivi). Rispetto alle altre situazioni problematiche del panorama occupazionale reatino dove si parla di aziende private colpite dalla crisi economica, qui la questione riguarda il pubblico ed è direttamente politica, dato che con lo svuotamento di competenze (e risorse assegnate) delle Province ancora non si capisce bene quale sia il destino di tali lavoratori. E don Valerio Shango è voluto tornare sul caso, scrivendo alla Regione Lazio. «Ogni giorno che passa è un giorno di angoscia per i 107 lavoratori di Risorse Sabine», si legge nella missiva inviata dal direttore dell’ufficio diocesano reatino per i problemi sociali e il lavoro, richiamando lo stato di incertezza che grava su intere famiglie che «da due mesi sono senza stipendio; ma le scadenze non aspettano, e le bollette bisogna pagarle». Dalla Regione urgono risposte «capaci di rassicurare, di aprire un futuro di serenità», provvedendo alla stabilizzazione di lavoratori che «non chiedono un’elemosina, ma di potersi guadagnare il pane». Già costrette a sacrifici per gli stipendi assai bassi, queste persone svolgono un servizio «umile, ma prezioso » al territorio. Ora la parola spetta alle istituzioni e ci si augura che «arrivi forte la volontà politica per dare una svolta definitiva, seria e sicura ai lavoratori di Risorse Sabine», che, conclude don Shango, «sono stanchi di attendere e di vivere di sole promesse».

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