Risorse Sabine, i dipendenti: «Non ci arrendiamo»

Riceviamo e pubblichiamo una nota dei Dipendenti di Risorse Sabine.

Dopo la lunga pausa estiva e dopo una serie di contatti intrattenuti nel mese di settembre con vari Consiglieri Regionali, abbiamo richiesto un incontro urgente al  Presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori, ai Capi Gruppo Consiliari e ai Consiglieri presenti all’ultimo incontro del 24 giugno alla Pisana, essendo ormai imminente l’approvazione della L.R. sul riordino delle funzioni delle Province nella quale, come è noto, abbiamo proposto l’inserimento di una norma che preveda la mobilità obbligatoria in altre società pubbliche della regione Lazio dei dipendenti delle società di proprietà 100% delle Province del Lazio in liquidazione come Risorse Sabine. Abbiamo, inoltre, fatto presente che ci aspettiamo, come promesso nell’incontro del 24 giugno alla Pisana, una audizione in sede di Commissione Competente per la Legge sul riordino delle funzioni delle Province.

Tale incontro è necessario al fine di conoscere e chiarire definitivamente le determinazioni che la Regione Lazio, dopo mesi di trattative, intende adottare per giungere ad una soluzione positiva della nostra vertenza. Il Consigliere Daniele Mitolo, che ben conosce la nostra condizione di lavoratori licenziati dopo essere stati dipendenti precari per più di 15 anni della Provincia e successivamente illusi di essere stati stabilizzati con la società Risorse Sabine, ci ha dato la sua disponibilità per coordinare l’incontro e far si che ciò avvenga il prima possibile.

La Regione Lazio non può rimanere sorda e insensibile alle nostre richieste, anche perché il nostro non voler essere considerati lavoratori di serie B rispetto ai lavoratori di ruolo della Provincia è un principio di giustizia sociale che anche il Governo sta condividendo, il quale, come riportato il 1 ottobre da una testata giornalistica di livello nazionale, ha presentato una bozza del decreto applicativo sulle società partecipate della riforma Madia che estende al personale delle partecipate la mobilità obbligatoria già applicata ai dipendenti pubblici. I lavoratori, quindi , sempre come riportato dal giornale, potranno essere non solo trasferiti in altre società pubbliche senza il loro consenso, ma addirittura essere “reinternalizzati” cioè assunti direttamente dal Comune o dalla Regione. Se, come ci viene da pensare alla luce di quanto scritto sopra, lo spirito del Governo è quello di non voler mandare a casa il personale delle società pubbliche che verranno liquidate, ci auguriamo che tali misure possano ricomprendere anche noi 106 dipendenti di Risorse Sabine licenziati ingiustamente dalla Provincia di Rieti. Se tali norme verranno a breve approvate, l’aspetto grottesco della situazione sarà che noi saremmo stati liquidati dalla politica solo qualche mese prima dell’adozione da parte del Governo di importanti decisioni sul destino dei dipendenti delle società pubbliche. Oltre il danno ci sarebbe anche la beffa!

Facciamo, pertanto, di nuovo appello a tutte le forze politiche, sociali e sindacali del nostro territorio, in particolare all’On. Fabio Melilli, all’On. Angelo Rughetti Sottosegretario al Ministero della Semplificazione e Pubblica Amministrazione, al Consigliere Regionale Daniele Mitolo, all’Assessore Regionale Fabio Refrigeri, al Presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi e al Sindaco di Rieti Simone Petrangeli, affinché sostengano, a tutti i livelli istituzionali, la nostra ricollocazione nel mondo del lavoro attraverso quella che è ormai considerata, non solo da noi, come l’unica strada percorribile: la mobilità obbligatoria del personale delle società pubbliche a livello sia regionale che nazionale così come previsto per i dipendenti pubblici.

Non ci arrendiamo. Continueremo a lottare per difendere il nostro diritto al lavoro in una provincia che ormai da anni, a causa della grave crisi economica e occupazionale, sta subendo uno spopolamento senza precedenti.