«Forte preoccupazione per le sorti della società Tecnis Spa, che sta operando, attraverso la San Quirico Scarl, nel completamento dello svincolo di Micigliano».
La esprimono le segreterie territoriali di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil di Rieti guardando ad una società «da poco riconsegnata alla proprietà dopo un lungo commissariamento seguito al sequestro per infiltrazioni mafiose» che «restituisce al tessuto produttivo nazionale un patrimonio aziendale importante, rappresentato in primis dagli oltre 500 lavoratori dipendenti». Maestranze che «ora rischiano di essere in pericolo occupazionale per l’importante credito accumulato, e non evaso, dalle stazioni appaltanti, per circa 40 milioni di euro: risorse indispensabili per affrontare costi correnti, come il pagamento delle retribuzioni e dei fornitori».
«Risorse – spiegano Francesco Agostini (Filca Cisl Lazio Nord), Claudio Coltella (Fillea Cgil Rieti Roma Valle dell’Aniene) e Mario Spaziani (Feneal Uil Rieti Viterbo) – che se non erogate in fretta rischiano di fermare i tanti cantieri aperti e il completamento di importanti infrastrutture come lo svincolo di Micigliano».
Un’opera pubblica che «rischia di diventare l’ennesima opera incompiuta in una zona di grande crisi sociale e occupazionale, gravemente colpita dalla pesante emergenza sismica, essendo la Salaria, che interessa il cantiere, l’unica strada di collegamento con le zone terremotate».
Di conseguenza, con l’assemblea sindacale svolta in cantiere il 30 aprile a Micigliano, le maestranze, assieme alle sigle sindacali, hanno proclamato lo stato di agitazione. Durerà almeno fino a lunedì prossimo, giorno in cui è previsto uno sciopero con presidio sotto il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il tutto «con il chiaro obbiettivo di far liberare alle stazioni appaltanti le risorse necessarie affinché il lavoro svolto durante il commissariamento non venga vanificato».