Amatrice

Ripartire dal centro Italia. Da un progetto di rete di imprese a un nuovo modello di sviluppo locale

30 persone tra produttori agricoli, allevatori e operatori del settore agro – alimentare del territorio compreso tra amatrice, Accumoli, Grisciano, si sono ritrovati per conoscere una proposta, ideata da Legambiente e Fondazione Edoardo Garrone, per un percorso di affiancamento e supporto rivolto a gruppi di imprese che intendono avviare e consolidare un’iniziativa di rete

Un luogo: il padiglione multimediale MuDA nel complesso Don Minozzi di Amatrice. Un giorno: una soleggiata mattina di martedì 9 ottobre. Un motivo: la presentazione di una proposta, ideata da Legambiente e Fondazione Edoardo Garrone, per un percorso di affiancamento e supporto rivolto a gruppi di imprese che intendono avviare e consolidare un’iniziativa di rete.

È per questa ragione che circa 30 persone tra produttori agricoli, allevatori e operatori del settore agro – alimentare del territorio compreso tra Amatrice, Accumoli, Grisciano, si sono ritrovati per conoscere direttamente questa opportunità e presentarsi ai suoi ideatori.

A parlarne sono stati, infatti, i referenti di Legambiente nazionale e Legambiente Lazio insieme al referente per la fondazione E. Garrone che ha illustrato più nel dettaglio come si struttura l’intero percorso, le finalità e le modalità di candidatura. Il gruppo di coordinamento del progetto sta portando puntualmente nei territori interessati, quelli colpiti dal sisma del 2016 delle regioni di Marche, Umbria e Lazio, la proposta di un percorso laboratoriale al fine di perfezionare e consolidare un progetto in rete di imprese. L’occasione della presentazione diventa allo stesso tempo un pretesto per conoscersi ed entrare in contatto diretto con la realtà locale: conoscere le persone – attori principali del processo che si vuole avviare- , il loro lavoro, quali sono i bisogni e le necessità, quali i desideri e le idee per rilanciare e rinnovare le proprie attività, avere un confronto , se pur rapido, per iniziare a delineare possibili strategie di azione.

Ascoltando le persone presenti , viene spontaneo cercare di ricomporre i loro racconti per avere un’immagine complessiva del territorio o meglio dello specifico settore produttivo in cui operano – quello primario – che, pur non avendo il primato sull’area selezionata ( le stime sull’occupazione parlano di un tasso del 13% per il settore primario ,che risulta superiore alla media nazionale del 5.5%), è comunque da tenere sotto attenzione nella prospettiva di un territorio alla ricerca di un nuovo assetto politico – amministrativo, economico e socio – culturale.

In questa cornice la proposta di un laboratorio di incubazione di progetti in rete introduce un elemento di innovazione necessario rispetto alle pratiche e ai rapporti vigenti finora, la rete, appunto, e l’idea della condivisione e della cooperazione. Elementi che, stando alle parole e alle esperienze di chi ha partecipato all’iniziativa, sembrano essere entrati già nell’agire di chi opera in queste aree e che, a partire dallo scambio dei saperi locali legati alle produzioni agricole, immagina come ridefinire insieme una filiera produttiva innovativa, sia in termini di processo produttivo sia di panieri di prodotti.

Nella prospettiva, anche questa necessaria e urgente, di ripensare un modello di sviluppo locale per una porzione di territorio, il Centro Italia, che intraprenda una emancipazione dalla classificazione di “cratere sismico” e che vada oltre i limiti amministrativi per condividere un percorso comune di rigenerazione, oltre che di ricostruzione.