Rieti Viva sulle Aree Ex Industriali

Una problematica annosa accantonata per “futili motivi”, che la città rischia di pagare molto caro.

Per un lungo periodo, pressoché in contemporanea, le aree dello Zuccherificio, della Viscosa e della Montecatini, come si chiamavano originariamente, hanno rappresentato per la nostra città una straordinaria “occasione” per la modernizzazione ed il rilancio della sua economia; un passaggio epocale dalla società contadina a quella industriale che, pur tra tante contraddizioni, ha riversato sulle famiglie reatine e sull’intero Montepiano una enorme massa di denaro, soprattutto privato che ha prodotto salari, infrastrutture e stabilimenti facendo nascere nuove opportunità nel commercio, nell’artigianato e in quel settore che oggi chiameremmo “terziario” (vedere per approfondimenti la nota 1 e/o leggere la “Storia sociale ed economica della Sabina” di Roberto Lorenzetti).

Ripartire da questi elementi per cogliere la grande “occasione” che queste aree offrono ancora oggi, dopo più di un secolo, dovrebbe essere un dovere prima morale e poi anche politico. Per chi possiede anche il necessario grado di sensibilità dovrebbe rappresentare la “storica” risorsa di cui la città si riappropria per riportare al livello adeguato la sua modernizzazione; colmando tra l’altro storici e in qualche caso colpevoli ritardi; è opportuno ricordare che le attività industriali dei tre stabilimenti sono cessate da più di 45 anni per la Montecatini, da 41 per lo Zuccherificio e da 7 anni per la Viscosa.

Lo strumento urbanistico creato appositamente dalle Leggi Regionali, varate dalla Giunta Marrazzo prima e dalla Giunta Polverini poi, rappresentano la unica possibilità di intervento nelle aree ex industriali consegnando ai sindaci ed ai relativi Consigli Comunali la guida e la gestione pubblica dell’intero processo, individuando dapprima le Aree ritenute strategiche, il loro perimetro in cui intervenire, il ventaglio delle  pubbliche e private da realizzare, le tipologie di costruzione più moderne da utilizzare, le compensazioni quantitativamente e qualitativamente più opportune per la pubblica amministrazione; il tutto accompagnato dalla possibilità/necessità di attivare da parte delle autorità competenti (Comune, Provincia, Arpa e Prefettura) ciascuna per la propria parte, tutte le iniziative necessarie alla bonifica in tab. A dei siti interessati; come nel caso della Montecatini, nei confronti della quale è stata avviata da 2 anni la procedura in danno come previsto dalle norme in caso di inadempienze.

Gran parte di questo lavoro è stato compiuto; la apposita Commissione nominata nel 2008 con decreto del Sindaco (Coordinatore Paolo Tigli insieme ai Consiglieri Ivano Paggi, Carlo Papi, Massimo Petrongari e Antonio Emili) ha rimesso nel 2010 le relazioni conclusive dopo aver coinvolto nelle varie riunioni ogni possibile realtà rappresentativa della nostra città; sarebbe veramente poco edificante negarne il valore solo perché ritenuto erroneamente “di parte”; la sostanziale unanime condivisione registrata sia sul metodo che sui contenuti delle Relazioni è testimoniata dai contributi venuti da tutte le forze vive e rappresentative della Città: sindacati, Camera di Commercio, Associazione industriali, Federlazio, Consiglio dei giovani, Consiglio di circoscrizione, Consorzio universitario, dirigenti scolastici…); dopo due anni di intense attività svolte dal Gruppo di Lavoro appositamente creato per la elaborazione di un Piano programma di intervento in quelle Aree, ne è scaturito un documento che è alla base del bando chiamato PRINT che il Consiglio Comunale ha approvato a larghissima maggioranza (25 voti a favore e 9 contrari) nel lontano 26 aprile 2011.

A distanza di quasi 3 anni la situazione è in una fase di pericoloso stallo.

La Commissione prevista dal regolamento dei PRINT ha effettuato una fase “pre-istruttoria che ha consentito di individuare l’effettiva procedibilità della proposta; il che permette di aprire un processo di negoziazione finalizzato al raggiungimento ottimale degli obiettivi a cui dovrebbero far seguito tutti gli adempimenti amministrativi approvativi”

Poiché il PRINT prevede che tutti gli interventi ipotizzati siano realizzati in Aree catalogate in Tabella “A”, sarebbe stato importante che sul piano delle bonifiche si fosse svolta, da parte delle Autorità competenti, ma soprattutto da parte dell’Amministrazione Comunale, quella solerte e puntuale opera di pressione necessaria a superare lo stallo; è su questa base che nel 2012 era stata avviata dai responsabili dell’assessorato all’urbanistica e ambiente del Comune di Rieti la Procedura in danno nei confronti della Proprietà Montedison; a oggi è da registrare un inspiegabile fermo nell’attuazione di tutti i conseguenti adempimenti.

Qualunque ritardo o incertezza politica su queste specifiche tematiche porterebbe con sé la perdita di una straordinaria opportunità per frenare prima di tutto il tracollo occupazionale ed economico di una Città ridotta ormai allo stremo, avviando contestualmente, in secondo luogo, quel processo di messa in moto di una filiera virtuosa che passando attraverso investimenti, infrastrutture e servizi colmerebbe in larga parte il deficit di “modernizzazione” che è sotto gli occhi di tutti; se si tiene conto altresì che queste procedure non solo sono senza oneri per il Comune ma prevedono un Introito, a regime, di circa 10 mln di euro per oneri di costruzione e/o opere a scomputo.

Non appaia pertanto ne fuori luogo, né animato da secondi fini, un appello affinché le forze politiche più responsabili, soprattutto il Partito Democratico, si muovano per una risposta all’altezza della gravità della situazione così come ben rappresentata da sindacati, forze imprenditoriali e sociali; imporre alla crisi pseudo soluzioni che non abbiano l’impronta di un credibile ed equo riformismo è un imperativo morale oltre che un obbligo programmatico.

Ancor più grave sarebbe se queste scelte venissero piegate a inconfessabili “ragioni di partiti, di uomini o di alleanze”; un brutto segnale anche per il nuovo corso che il PD ha imboccato, a livello nazionale con la Segreteria e la Presidenza del Consiglio di Matteo Renzi, a livello locale con la Segreteria regionale dell’on. Fabio Melilli, nonché degli onorevoli regionali Fabio Refrigeri e Daniele Mitolo, tutti “renziani” la cui appartenenza è lecito pretendere che venga confermata dai fatti: la soluzione del problema del recupero delle ex aree industriali è il primo di questi fatti.

(Pubblicato originariamente dal blog di Rieti Viva)