Rieti Virtuosa, Terminillo? “No-Smile”, non c’è nulla da ridere!

Centinaia di milioni di euro in fumo e insulti a Millesimi sono sulla coscienza di alcuni dirigenti provinciali e regionali oltre che dei soliti politici locali.

L’eterno scontro tra promotori dei nuovi impianti sciistici sulle aree vincolate del Terminillo e Associazioni di cittadini che promuovono uno sviluppo sostenibile complessivo della montagna è anche colpa di quei dirigenti regionali e provinciali che non applicano le norme europee e nazionali in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e di Rete Natura 2000.

Se, infatti, tali norme fossero state applicate correttamente da parte delle Autorità competenti a valutare tutti gli interventi proposti dalla Provincia di Rieti e dal consorzio “Smile”, invece dello spiacevole episodio del 27 dicembre scorso subito da Ines Millesimi del CAI di Rieti durante la conferenza stampa nella sala consiliare del Comune di Rieti, si sarebbe tenuto un confronto istituzionale sulle concrete opportunità di sviluppo del Terminillo nella fase di consultazione prevista dall’art. 14 comma 2 del D.Lgs. 152/06. Tale norma prevede un confronto della durata di 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione dell’avviso sul BURL con cui la Regione Lazio e la Provincia di Rieti avrebbero dovuto annunciare di mettere a disposizione del pubblico la proposta di piano/programma ed il rapporto ambientale relativi al progetto di territorio “Terminillo e Monti reatini” (a firma dell’Arch. Miluzzo e approvato con D.G.P. n. 237 del 10/12/2012 stranamente pubblicata all’Albo Pretorio della Provincia di Rieti in data 20/12/2013) comprendente, tra gli altri, il programma di interventi denominato “Terminillo Stazione Montana” progettato dall’Arch. Orlandi (pluri-incaricato dai vari Enti locali senza alcuna procedura ad evidenza pubblica), in parte già realizzato (sostituzione seggiovie di Campostella e Monte Tilia) e solo da pochi giorni presentato in Regione per ottenere il parere di VIA sempre senza passare per la VAS.

Ed è proprio per aver saltato tali procedure, congiuntamente alla mancata attuazione delle misure di conservazione per i Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) e la mancata designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), che ora rischiamo di perdere i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) per oltre 2,6 miliardi di euro in 7 anni. Di questo sembra essersi resa conto la stessa Regione Lazio che, a seguito della diffida e messa in mora presentata a novembre da un cartello di associazioni di cui fa parte anche Rieti Virtuosa (http://www.cairieti.it/cairieti/images/pdf/eventi/diffida%20firmata.pdf), il 16 dicembre ha Deliberato la preadozione delle Misure di conservazione “finalizzate a superare l’apertura del Caso EU Pilot 4999/13/ENVI da parte della Commissione Europea in ordine al  ritardo nella designazione delle ZSC italiane” (http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=documentazioneDettaglio&id=4510).

Questa mossa appare tuttavia un po’ tardiva, infatti le procedure di VAS (art. 6 del D.Lgs. 152/06), prevedono che venga preventivamente “effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi” che prevedono, come nel caso in esame, una serie di interventi nel settore turistico e della pianificazione territoriale articolati su un territorio di area vasta ed in particolare quelli comprendenti nuovi impianti di risalita e piste da sci, nonché quelli potenzialmente impattanti sulle Zone a protezione speciale (ZPS) per gli uccelli selvatici e sui Siti di importanza comunitaria (SIC) per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica.

Non si comprende, pertanto, come il Dirigente della Provincia di Rieti Arch. Abruzzese e il RUP Progettista Arch. Miluzzo abbiano potuto evitare tali procedure nell’ambito della conferenza dei servizi, da loro indetta il 28/01/2013 presso la Regione Lazio ai sensi della sola Legge 241/90, per la presentazione del Progetto di Territorio “Terminillo e Monti reatini”.

Ancor meno si comprende come l’allora Dirigente dell’Area VAS e VIA della Regione Lazio Dott. Paolo Menna, in sede di conferenza, nonostante si trattasse esplicitamente di un Piano di interventi finanziato ai sensi dell’art. 39 della L.R. 31/2008, non abbia fatto notare ai rappresentanti della Provincia di Rieti che si sarebbe dovuto procedere con la VAS prima ancora che con la VIA, tra l’altro elusa anch’essa per quelle parti di progetto già realizzate e che oltretutto erano ricomprese anche nel vecchio progetto ISIC che nel marzo 2010 aveva ricevuto parere negativo proprio per la VIA.

In conclusione, ai sensi dell’art. 11 comma 5 del D.Lgs. 152/06 tutti i permessi rilasciati fino ad oggi sono da annullare e, se ci si ferma in tempo non continuando a sperperare soldi pubblici in progettazioni senza senso, i danni saranno limitati. D’altronde, i dirigenti hanno il dovere di tutelare gli interessi collettivi e non creare alibi per i politici che fanno finta di non conoscere determinate norme, nonostante la legge non ammetta ignoranza.