Rieti, Speed Check: torna la polemica sulle “colonnine blu”

I “dissuasori” per chi ha il vizio di correre troppo tornano a far parlare di sé. E il problema, ancora una volta, viene sollevato da esponenti dei Grilli Parlanti di Rieti.

Ad essere contestata non è tanto l’utilità (o inutilità) dei dispositivi “Speed Check”, che possono essere anche utilizzati dalla Polizia Municipale come “veri” autovelox. Gli attivisti a Cinque Stelle puntano piuttosto il dito sui costi dell’operazione.

È vero che ogni cifra è congrua quando si tratta di aumentare la sicurezza collettiva ed eventualmente salvare delle vite. Ma i dissuasori – dicono dal Movimento – era proprio necessario prenderli a noleggio?

Ed in effetti la domanda non sembra essere peregrina. Per tenere in strada le 26 colonnine, il Comune spende annualmente quasi 50.000 euro. Poco meno di cento milioni “del vecchio conio” per pagare il canone di contenitori vuoti.

«Forse a costare tanto sono le riproduzioni su carta adesiva della macchina fotografica applicata sulle colonnine» ironizza qualcuno su Facebook.

Ma, al di là degli scherzi, bisognerebbe domandarsi quanti di questi cilindri metallici sarebbe possibile comprare – o farsi fare – con i 49.120 euro investiti nell’operazione.

«Se volevano essere dei dissuasori, per lo meno avrebbero dovuto funzionare per quel costo!» scrive la portavoce del Movimento 5 stelle – Grilli parlanti di Rieti, Virginia Baglione: «sono vuoti e inutili, ne avessero almeno acquistato qualcuno e funzionante, così da non mandare in fumo così tanti soldi».

Non discutiamo se assolvano o meno la funzione per cui sono stati pensati (sapendo che sono vuoti, quante persone rallentano in presenza delle colonnine blu?), paiono dire dal M5S, ma se queste scatole vuote sono davvero necessarie, quei soldi, che non sono di certo pochi, era meglio investirli per l’acquisto di qualcosa che sarebbe rimasto alla collettività.