Rieti, l’Imu e il regolamento mancato

Si direbbe che l’Imu sia la bestia nera del momento. L’avvicinarsi dell’ultima scadenza mette in difficoltà tante famiglie e tanti cittadini, già sofferenti per la crisi e il crollo occupazionale. Dal Comune di Rieti, però, tardano ad arrivare correttivi. Dopo aver ascoltato sul tema il Dirigente del Settore Finanziario («Frontiera» n. 42, “La tassa più antipatica”), abbiamo incontrato il consigliere comunale Andrea Sebastiani, incuriositi da un suo comunicato stampa sul tema…

Sebastiani, è possibile che il Comune intervenga per ridurre l’impatto dell’IMU sulle fasce più deboli della popolazione?

Tecnicamente è possibile. In effetti la Commissione Statuto e Regolamenti ha lavorato due mesi per stilare un regolamento Imu.

Per abbassare le aliquote?

No. Si era deciso sin dall’inizio dei lavori di non intervenire sulle aliquote. Ritenevamo che l’operazione sarebbe stata troppo gravosa per le casse comunali. Ci sono margini di manovra sul fronte delle detrazioni e ci siamo mossi in quella direzione.

Il Dirigente del Settore finanziario del Comune in una recente intervista ha dichiarato che non ci sono possibilità di intervento…

Beh, non è così. Le detrazioni base previste dalla legge (200 euro di base più 50 per ogni figlio a carico, fino ad un massimo di quattro, ndr.) possono essere ampliate. L’indirizzo della Commissione Statuto e Regolamenti era quello di andare in soccorso alle fasce di popolazione più deboli. Il regolamento elaborato avrebbe portato benefici ai nuclei familiari messi in difficoltà dalla crisi occupazionale, oppure dove sono presenti portatori di handicap.

Con quali criteri?

Per avere una descrizione attendibile delle situazioni la Commissione ha deciso di utilizzare lo strumento dell’Isee. Questo parametro è assai più rivelatore della dichiarazione dei redditi. Il tentativo è stato quello di inquadrare meglio la realtà delle cose. È vero che una grande parte della popolazione possiede la prima casa, ma è altrettanto considerevole il numero di proprietari che si trova costretto a vivere situazioni economiche drammatiche. Avevamo fatto questo ragionamento e lo avevamo tradotto in un provvedimento coerente.

Però alla fine il regolamento non è stato approvato…

No. Il documento andava approvato entro il 31 ottobre per poi essere discusso in Consiglio Comunale, ma non se ne è fatto nulla.

Perché?

Un giorno prima dell’approvazione, è stata convocata la commissione alla presenza del dott. Preite, Dirigente del Settore finanziario del Comune, il quale, in modo un po’ confuso, ha sostenuto che il regolamento non poteva essere accolto perché avrebbe avuto un impatto sul bilancio comunale di «qualche milione di euro».

Qualche?

Beh, il dott. Preite non è stato molto preciso. Sollecitato ad un chiarimento ha detto: «attorno ad un milione». Va aggiunto che queste cifre un po’ alla buona non sono state accompagnate da alcun tipo di documentazione: nessuna “pezza d’appoggio”, neanche un foglietto. Secondo il dott. Preite, avendo il Consiglio già approvato il riequilibrio di bilancio, non sarebbe comunque possibile intervenire per l’anno 2012. In Commissione c’è stato anche chi ha proposto di far valere il regolamento a partire dal 2013, per non disperdere il lavoro fatto e rispondere nei limiti del possibile ad un problema reale. Ma alla fine il presidente della commissione ha ritenuto di fare proprio il “suggerimento” del dott. Preite ed il regolamento non è stato presentato all’Assessore competente e al Consiglio Comunale.

E per le attività produttive, era previsto qualcosa? La crisi morde anche lì…

Sì, il regolamento prevedeva aliquote agevolate per i piccoli esercizi commerciali e artigianali: sono il vero tessuto economico produttivo della nostra città e andrebbero necessariamente sostenute. Era stata una scelta molto discussa perché altri settori sarebbero stati meno agevolati, ma data la difficoltà delle casse comunali, la commissione aveva ritenuto di intervenire dove il problema è più forte.

Se ne riparlerà l’anno prossimo?

Ce lo auguriamo. Va detto però che evitando la discussione in Consiglio Comunale, la maggioranza ha scampato l’onere di dare un giudizio politico sulla situazione: non è affatto detto che i debiti del Comune debbano diventare un limite al sostegno dei più deboli. Al momento si direbbe che l’argomento dei conti in rosso sia diventato un paravento dietro il quale sindaco e assessori si nascondono per evitare di prendere qualunque decisione. Forse bisognerebbe osare di più per combinare qualcosa di buono, senza fermarsi allo status quo. Altrimenti è inutile fare le fiaccolate al fianco dei lavoratori. Basti pensare che pure l’austero Governo Monti ha aumentato le detrazioni per i figli a carico e i portatori di handicap nonostante il mostruoso debito pubblico nazionale. Data la situazione, uno sgravio anche di soli 50 euro sarebbe stato un segnale forte, avrebbe assolto ad una funzione sociale. Per tante famiglie poteva essere una boccata di ossigeno, magari un paio di scarpe per un figlio.