Rieti-Ito: una storia di amicizia e rispetto

Si rinnova l’amicizia tra due popoli tanto distanti in senso geografico quanto vicini per comunanza di ideali e fratellanza. Nato quasi per caso agli inizi degli anni ‘80, il gemellaggio tra la nostra città e la giapponese Ito, fu reso ufficiale e da allora duraturo grazie all’accordo intrapreso tra l’allora sindaco reatino Augusto Giovannelli e il suo collega nipponico Ito Shozo Serizawa, nel luglio del 1985.

All’inizio, gli unici punti di incontro tra le due realtà cittadine erano legati sostanzialmente alle manifestazioni folkloristiche che si svolgevano lungo i rispettivi fiumi; infatti anche la città di Ito è attraversata da un corso d’acqua caratteristico come il nostro Velino.

Appare quasi inutile sottolineare che il gemellaggio tra i due centri, nel corso degli anni, si sia rinsaldato anche attraverso proficui scambi di natura culturale che rendono questo simbolo di trentennale amicizia italo-giapponese tra i più importanti fra quelli esistenti tra città dei due Stati.

Manifestazione clou che attira in Italia, ogni estate, turisti dal Sol Levante è la nota Festa del Sole che, grazie anche all’impegno encomiabile del comitato che organizza l’evento, ha ulteriormente rinforzato il già intenso scambio interculturale con i cittadini nipponici che dimostrano anche di saper apprezzare l’offerta turistica e gastronomica della cittadina sabina.

E pensare che, come detto, la bella storia di amicizia e di unione di intenti tra le due città, e quindi tra due comunità, è nata casualmente con un ritaglio di giornale (precisamente La Gazzetta dello Sport) del 1979, una circostanza che fa capire bene come sia facile trovare grandi affinità tra popoli di diversa estrazione culturale, ma uniti comunque dalla voglia di vivere, mantenere e anche fortificare le proprie tradizioni e oltre modo rispettosi delle proprie radici.

Senza timori di smentita si può affermare che, manifestazioni come il Festival della Vasca di Legno di Ito e il Palio della Tinozza reatina, possono tranquillamente raffigurare una sorta di percorso evolutivo continuo degli esseri umani i quali, divisi da sempre territorialmente, vengono accomunati da passioni, istinti e speranze; la nostra è che questo gemellaggio si conservi intatto nel tempo rendendo cosi le distanze chilometriche nulle rispetto alla vicinanza dei nostri cuori.

Giova inoltre ricordare come questo gemellaggio abbia indotto cittadini reatini, tra cui ci piace ricordare diversi studenti, a scegliere di perseguire la conoscenza delle lingue orientali ed in particolar modo quella giapponese.

Ed ancora non bisogna dimenticare di certo come l’influenza di questa amicizia abbia condizionato artisti reatini, i quali affascinati dalla prospettiva di poter esporre i propri lavori nella lontanissima terra del Sol Levante, hanno creato opere liberamente ispirate alla cultura nipponica.

Come prova inequivocabile dei risultati positivi di questo scambio artistico culturale può essere evidenziato il suo momento più intenso, vissuto in occasione del ventennale del gemellaggio, quando nella piazza del vecchio municipio di Ito (ora denominata Piazza Rieti – Centro Italia) venne posto un monumento raffigurante un frantoio, un mosaico raffigurante l’Italia con Rieti in evidenza, una donna in costume tipico sabino, un ramo d’ulivo ed il monte Terminillo, tutto contestualizzato in una splendida fontana.

In definitiva ci piace pensare che trenta anni di esperienze comuni e contatti ravvicinati abbiano permeato il meraviglioso senso del rispetto tipico del Paese del Sol Levante con la capacità di sorprendere che contraddistingue il Bel Paese, intersecando virtù e qualità delle donne e degli uomini di Ito e di Rieti, ora come non mai cittadini del mondo.

di Chiara TortelliPatrizia Guccini