A Rieti arrivano le “famiglie professionali”

Importanti novità sul fronte dell’accoglienza e del collocamento dei minori

L’Assessorato alle Politiche socio-sanitarie, con una delibera approvata dalla Giunta il 28 novembre scorso, ha avviato la riforma del sistema di accoglienza e collocamento dei minori. Tra le novità anche l’avvio, in via sperimentale, delle “famiglie professionali”, accanto alle modalità tradizionali dell’adozione e dell’affido familiare.

Il servizio “professione famiglia” permette un intervento di protezione del minore allontanato in via temporanea dalla famiglia di origine o presente sul territorio italiano non accompagnato da alcun familiare. Il collocamento verrà effettuato presso famiglie selezionate, attraverso un avviso pubblico promosso dall’Amministrazione comunale, e formate per affrontare questo compito, al fine di assicurare al minore il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno. L’intervento, con l’aiuto di figure professionali, prevede adeguate azioni di sostegno e contenimento delle criticità proprie del vissuto del minore che ne hanno determinato la condizione di allontanamento dalla famiglia di origine.

“Si tratta di un progetto molto importante – dichiara l’Assessore alle Politiche socio-sanitarie, Stefania Mariantoni – che si occupa, innanzitutto, dell’interesse superiore del bambino, garantendogli il diritto a crescere e sviluppare la sua personalità in un clima di amore e di comprensione, sotto la cura e la responsabilità dei genitori, in un’atmosfera di affetto e di sicurezza materiale e morale. Partire dall’interesse superiore del bambino, significa partire dalla famiglia. L’obiettivo trasversale è proprio quello di sostenere il diritto alla famiglia con tutti gli strumenti disponibili, al fine di rendere attuabile l’altro diritto fondamentale dei cittadini di minore età, il “benessere”. La progettazione di nuovi modelli di accoglienza nasce dalla necessità di individuare ulteriori forme per il collocamento di minori che consentano interventi mirati in ambito familiare con l’aiuto di competenze qualificate. La famiglia professionale non sostituisce la famiglia affidataria: obiettivi e compiti sono profondamente diversi e tutte e due le risposte sono necessarie. Fondamentale sarà anche la formazione, che nella fase di sperimentazione verrà messa in atto in collaborazione con il Garante dell’Infanzia della Regione Lazio che si avvarrà di professionalità specifiche secondo un programma condiviso con il Comune. In tal senso, in occasione della “Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza 2013”, è stato già sottoscritto con il Garante uno specifico protocollo d’intesa”.

L’avviso pubblico per la selezione delle famiglie è già online sull’Albo pretorio.