Da Rieti al tetto del mondo

Chilometri di cielo e di terra separano il presidente del Club Alpino Italiano-Gruppo Regionale Lazio, Fabio Desideri ed i suoi compagni di avventura nell’avvicinamento al Goeche-La, Sikkim settentrionale, per poi scendere sul Talung Glacier e risalire il Tonghsiong Glacier, dove raggiungeranno la base della Cresta Est-Sud-Est del Kanchenzonga.

Avventura iniziata lo scorso 14 ottobre quando, dall’aeroporto di Malpensa, è partito il gruppo d’avanscoperta di dieci persone formato da Franco Brunello, Ivano Lovato, Moreno De Santi, Giacomo Mirabile, Claudio Ciaranfi, Fabio Desideri, Riccardo Seri, Stefania Arcipreti e Antonello Venga. I primi sei sono membri del CAI Vicentino di Montecchio e gli altri quattro del CAI Reatino.

I trekkers hanno assunto un compito importante. Sono partiti alla volta dell’Asia per aprire la strada alla spedizione alpinistica che vedrà la conquista della vetta del Kanchenzonga, gigante di 8.856 metri, situato nella parte più orientale della catena dell’Himalaya. Un compito che ha ottenuto il patrocinio ufficiale del Club Alpino Italiano durante i festeggiamenti per i suoi 150 anni,

Non sarà una passeggiata, ma chi la montagna ce l’ha nel cuore parte convinto della sua missione. Cammina a testa bassa e zaino in spalla per raggiungere l’obiettivo. Ci vorrano venti giorni salvo imprevisti. Desideri e compagni arriveranno in una delle zone più impervie e meno conosciute. Affronteranno e studieranno i percorsi del versante indiano. Lì è molto complesso muoversi liberamente a causa della burocrazia. Ma le questioni diplomatiche si possono affrontare visto che non esistono problemi di sicurezza. E un po’ di attesa varrà comunque la pena. Il “premio” sarà la possibilità di trovarsi davanti ad un paesaggio montano incontaminato. Talmente prezioso da figurare nel Patrimonio Unesco.

Come spiegato dallo stesso Desideri «il viaggio non deve essere inteso come una sorta di avventura e di vacanza. Tutti noi ci siamo allenati per mesi in vista della spedizione. Chi si appresta ad affrontare viaggi di questi tipo deve avere una preparazione ed una motivazione forte perché si vive e ci si muove in condizioni al limite. Durante il nostro cammino non incontreremo strutture attrezzate e dormiremo solo in tenda. Avremo un po’ il ruolo degli esploratori di tanti anni fa, che si spingevano fino a terre ignote. Noi arriveremo fino al ghiacciaio Tonghsiong per valutare dove si pianterà il Campo Base da cui partirà nella prossima primavera l’altra squadra di alpinisti di alta quota, della quale farà parte un altro reatino, Enrico Ferri, che curerà tutta la documentazione fotografica».

Ma perché la scelta di volare verso il Kanchenzonga? «Perché – spiega Fabio Desideri – con i suoi 8586 metri, 25 meno del K2, è la terza montagna più alta della Terra oltre che la più estesa come massiccio. E poi è la più remota sia sotto l’aspetto geografico che sotto quello culturale. Le sue pendici infatti sono la sede di uno dei mitologici e rarissimi beyul, le “valli nascoste” rivelate dal leggendario Guru Rimpoche nei testi sacri tibetani. Nel prezioso libro “Segreto Tibet” di Fosco Maraini compare ad un certo punto una foto di questa montagna sacra situata ai confini tra Sikkim, Nepal e Tibet. E per questo il viaggio sarà anche l’occasione per un trekking fotografico di grande valore storico, culturale e paesaggistico proprio sulle tracce di Fosco Maraini e soprattutto di Vittorio Sella che nel 1899 fotografò il Kanchenzonga».