Rieti: abitare spazi nuovi

I lavori del Plus (quasi) completati e l’inaugurazione delle piazze rinnovate paiono voler essere la metafora di una città pronta a ricominciare.

Chi volesse fare oggi il ritratto della situazione a Rieti e dintorni, potrebbe agevolmente ricorrere alla figura del trapezista. Sembriamo infatti trovarci nella situazione che vivono questi acrobati nel momento in cui mollano la stretta sul proprio attrezzo per afferrare l’altro che gli oscilla davanti.

La presa che stiamo lasciando è quella su un’idea del territorio quasi del tutto esausta, articolata su un nucleo industriale oramai ridimensionato e su istituzioni-rifugio, come la Provincia, in via di estinzione.

Il manubrio da afferrare è fatto di modelli di sviluppo alternativi, di strade intentate da percorrere. È fatto della capacità di saper abitare il proprio tempo facendo leva su quel capitale di intelligenza e risorse che non possono essere separate dal territorio. Sappiamo di avere innanzi un ampio spazio di possibilità: il problema è tutto nel saperle cogliere.

Ma al momento sembriamo ancora un po’ spaesati. Come quando attraversiamo le piazze appena rimesse a nuovo: se così sistemate sembrano forse più belle e grandi, ma anche dispersive, è perché sono andati perduti i vecchi punti di riferimento. Con il tempo ne troveremo di nuovi, ne reinventeremo l’uso e l’abitudine.

Allo stesso sforzo siamo chiamati dal punto di vista economico e sociale. Anche se siamo ancora sospesi nel vuoto: abbiamo appena lasciato il manubrio del mondo di ieri, ma non ancora messo le mani sulle cose di domani, con il rischio di mancare la presa e cadere senza rete.

Lo vediamo in tanti settori: le intuizioni per una ripresa economica, ad esempio, sono ancora vaghe. Manca un’idea generale, una visione d’insieme che sappia ridare un respiro ampio al lavoro e all’impresa. Ma lo si coglie anche nella sanità, con la direzione della Asl stretta nella morsa della contraddizione tra i tagli alla spesa e i bisogni reclamati a gran voce da cittadini e pazienti.

Non ci sono situazioni insuperabili, ma mai come oggi il domani sembra aver preso l’aspetto di una scommessa.

Un ingrediente per vincerla potrebbe essere quello di lasciare più spazio ai giovani, che per loro natura hanno il fiuto e la capacità di vivere ciò che sta accadendo di nuovo.

Un altro lo si può certamente ricavare dalla Parola viva, capace di fare da guida in ogni tempo della storia. L’unica cui ci si può rivolgere per chiedere insieme una rete di sicurezza ed il coraggio per intraprendere le scelte più audaci.