Rieti 1944: inaugurata la mostra all’Archivio di Stato

È stata inaugurata giovedì 24 aprile presso l’Archivio di Stato di Rieti la mostra storico-documentaria “Rieti 1944. Guerra, resistenza, liberazione” dedicata agli avvenimenti di quell’anno. 

Il 1944 fu un anno cruciale per il nostro territorio. Fu quello del bombardamento del Borgo, dei tragici eccidi nazi-fascisti del Tancia, di Leonessa delle Fosse Reatine e di Poggio Bustone, ma anche quello della liberazione di Rieti e della istituzione della prima zona libera d’Italia che includeva Poggio Bustone, Rivodutri, Leonessa insieme ad altri centri della Valnerina.

Tutto questo viene raccontato in questa mostra dove si esporranno i documenti originali rappresentati dai rapporti di polizia, relazioni della questura, carte della brigata partigiana “Gramsci” insieme alle foto dei bombardamenti della città, dei partigiani in montagna fino a quelle della liberazione di Rieti.

Alcuni pannelli riguarderanno la figura di Cleonice Tomassetti di Capradosso, tra i più noti personaggi femminili della resistenza italiana, fucilata insieme ad altri 42 partigiani a Verbania, sulla quale alla fine di maggio verrà presentato un libro sempre presso l’Archivio di Stato.

La prima bacheca della mostra conterrà le carte riguardanti il processo Kappler recentemente acquisite dall’Archivio di Stato. Con gli appunti del presidente del tribunale che condannò all’ergastolo Herbert Kappler, i disegni delle fosse ardeatine e una relazione eccezionale acquisita agli atti.

Si tratta di manoscritto autografo del colonnello Massimo Adolfo Vitale il primo a porsi il problema di cosa fosse accaduto agli ebrei partiti verso ignota destinazione. Creò un ufficio di ricerca delle persone. Quando realizzò che quelle persone non sarebbero mai tornate, iniziò a raccogliere documenti, a fare ricerche. Di fatto Vitale fu l’autore della prima lista di deportati dall’

Italia. Nel 1947, accompagnò due sopravvissuti in Polonia a testimoniare nel processo contro il direttore del campo di Auschwitz Rudolf Hoss. Al tempo tutto era ignoto su Auschwitz. Lui fu il primo in Italia a visitarlo e a darne poi testimonianza scritta, probabilmente proprio con questo scritto nel quale si descrive il funzionamento dei campi di sterminio.

Un’altra parte della mostra sarà allestita presso il rifugio antiaereo sottostante la caserma Verdirosi e sarà visitabile solo su prenotazione dal prossimo 16 maggio in base ad un programma che si potrà seguire sul sito dell’Archivio di Stato www.asrieti.it.

Foto di Massimo Renzi.

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