Anniversario del terremoto

Ricostruzione, il vescovo: «È la continuità che salva dalla retorica e rende autentico l’impegno»

«Il papa è tra quelli che non aspettano l’anniversario per ricordarsi del terremoto. Ma lo fa discretamente e con continuità» le parole del vescovo nel discorso di apertura

«Ieri mattina, il Papa mi ha chiamato al cellulare e mi ha detto: “Domani alla Messa ad Amatrice e ad Accumoli porta i miei saluti alla gente. Di loro che sono vicino. E che invio la mia benedizione”. Poi all’Angelus – lo abbiamo sentito tutti – ha invitato ad accelerare la ricostruzione per far sì che si possa tornare a vivere serenamente in queste bellissime terre dell’Appenino».

Così il vescovo Domenico ha aperto ad Amatrice la liturgia per il quarto anniversario del sisma dell’agosto 2016. E facendo notare che l’interesse del Santo Padre non è un qualcosa di occasionale, essendo «l’ennesima volta in cui papa Francesco si è informato della situazione dopo il terremoto». La prima fu proprio a ridosso delle prime scosse, e da quel momento non ha mai perso di vista la tragedia, coinvolgendosi in modo attivo «come quando fece fare la spesa in una delle nostre realtà dell’agroalimentare dovendo andare a far visita ad una comunità di giovani».

«Il papa – ha sottolineato il vescovo – è tra quelli che non aspettano l’anniversario per ricordarsi del terremoto. Ma lo fa discretamente e con continuità». Ed è questo atteggiamento di continuità nel tempo ciò che «evita ad un anniversario di scadere nella retorica. Chiediamo perdono se siamo per caso tra quelli che si svegliano a questo dramma solo in coincidenza del 24 agosto. Allora saremmo semplicemente “retorici” sia che si tratti di gente comune, sia che si tratti di istituzioni, sia che si tratti di media».