Ricordando don Teodori

Ha avuto modo di ricordarlo nei giorni scorsi il confratello del clero reatino di cui ricorre il trentennale della scomparsa. Il vescovo emerito di Viterbo, monsignor Lorenzo Chiarinelli, della morte improvvisa del suo amico monsignor Giovanni Teodori era stato testimone diretto, all’indomani del convegno ecclesiale di Loreto (del cui comitato l’allora vescovo di Sora era stato vice presidente). Don Teodori, che si divideva tra la Curia reatina e la Conferenza episcopale italiana, si spense proprio mentre a Roma si stava facendo il punto sull’assemblea appena celebrata. Alla sua competenza in campo amministrativo assommava la passione per la liturgia: si adoperò affinché il Centro azione liturgica, di cui era consigliere, organizzasse a Rieti l’annuale Settimana liturgica nazionale, desiderio che si realizzò l’anno dopo la sua morte, nell’agosto 1986. Fu lui a coordinare la solenne liturgia che Giovanni Paolo II celebrò a Rieti il 2 gennaio 1983 in occasione della visita nella Valle Santa (e proprio a quella giornata è riferita la foto qui pubblicata in cui appare insieme al santo Papa). A monsignor Chiarinelli abbiamo chiesto un breve appunto in memoria dell’indimenticato sacerdote (perché, come egli stesso ha voluto intitolare questa piccola nota, “Ricordare è dire grazie”): «Anche nella vita della Chiesa ci sono avvenimenti che restano legati alle persone e ne richiamano la memoria. Ma, nella Chiesa, la memoria non è nostalgia né rimpianto: è sintesi si storia e spirito in una esperienza di fede per dire grazie e camminare insieme. È doveroso così ricordare don Giovanni Teodori (nato nel 1932) a trent’anni dalla morte (16 aprile 1985). Si era appena concluso il 2° Convegno nazionale della Chiesa italiana a Loreto e alla Cei si stava facendo un primo bilancio della grande assise. D’improvviso don Giovanni appoggia la testa sul tavolo e conclude il suo cammino per edema polmonare. Era amministratore della Cei. Ma per Rieti era una grande risorsa nel cammino del rinnovamento conciliare con i vescovi Cavanna, Trabalzini, Amadio. Era un cultore della liturgia, oltre che esperto di amministrazione, ed era un sacerdote di relazione umana e di servizio generoso. Questo 2015, alla vigilia del 6° Convegno nazionale ecclesiale di Firenze, diciamo grazie a Dio perché a questa Chiesa reatina ha donato don Giovanni (e con lui altri 5 sacerdoti ordinati nel 1956). E che la nostra preghiera affettuosa sia partecipazione alla sua eterna liturgia del cielo. Don Giovanni, fratello carissimo, quanti ti abbiamo conosciuto ti diciamo: vivi per sempre nella luce beata di Dio, con il tuo papà Ilario e tua mamma Angela e con i “tuoi” vescovi e i tanti preti veramente amici che con te hanno amato e servito questa Chiesa».

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